Gita 149 - 10 luglio 2011: Alpe di Cava e Lago (CH)

Siamo tornati sul luogo del delitto: l'altra volta, complice descrizione sbagliata del percorso, non siamo arrivati al laghetto. Ma ora conosciamo il posto: tanto per cominciare, portiamo la trek mobile molto piu' in alto e ci risparmiamo 600 mt di dislivello ripidissimi, nel bosco e senza visuale.
Lasciamo l'auto poco sotto l'Alpe Cava e in una mezz'ora arriviamo alla Capanna Cava, dove poi ci fermeremo per il pranzo;



imbocchiamo il sentiero (giusto, stavolta!) che sale ripido per 500 mt fino alla Forcarella di Lago e, appena mettiamo il naso al di la', vediamo il Laghetto sotto i nostri piedi.



Scendiamo fino al lago dove troviamo una capanna attrezzata: e' chiusa ma da notare dove tengono la chiave!



Risaliamo, superiamo di nuovo la Forcarella e arriviamo alla Capanna Cava: fa freddo, ci sono dei grossi nuvoloni e decidiamo di pranzare dentro al calduccio; fuori ci sono 12 gradi e dentro la stufa accesa da' piacere!
Ripartiamo in fretta perche' sta per piovere e in poco tempo arriviamo alla macchina. E' ancora presto, al Dorico viene in mente che "in un paese che inizia per G vicino a Biasca c'e' una chiesa con un Cristo Tricefalo".
Studio della cartina e optiamo per Giornico: scelta azzeccata ma ci sono addirittura 3 chiese, quale sara'? Decidiamo per quella piu' vecchia e indoviniamo: dietro l'altare c'e' il dipinto del Tricefalo.



Certo che il Dorico con la mantella rossa (fuori e' scoppiato un temporalone) sembra officiare la messa!

3 luglio 2011 - Traversata Tamaro - Lema (CH)



Gia' solo la parte logistica della gita avrebbe fatto impazzire di gioia il Dorico:
- in auto fino a Rivera
- funivia da Rivera all'Alpe Foppa (sotto il Tamaro)
- traversata Tamaro - Lema
- funivia Monte Lema - Miglieglia
- corsa speciale da Miglieglia a Rivera in autopostale
- da Rivera rientro in auto

Programma studiato nei dettagli per azzeccare tutte le coincidenze; il rischio e' perdere l'unica corsa dell'autopostale, ma ho trovato un'alternativa: da Migliegia corsa in autopostale fino a Lamone e da li' treno regionale fino a Rivera.

Comunque si parte: arrivo in cima alla funivia e inizia l'ascesa verso la Capanna Tamaro; e' ancora presto, la gente sta facendo colazione e ne approfitto per precederli: il percorso sara' assai affollato data la bella giornata di sole.



Arrivo alla base del Tamaro e mi accingo all'ascesa, e' ripida ma in poco tempo sono in cima. In realta' il percorso della Traversata non contempla la cima del Tamaro (taglia un po' piu' sotto) ma voglio godermi il panorama, una volta tanto!



Riparto e scendo dal Tamaro, incrocio il mio sentiero ma poco dopo lo abbandono: davanti a me si staglia il Monte Gradiccioli (alto quasi come il Tamaro), il sentiero ci gira intorno ma io voglio salire in cima, che diamine!



Foto di rito e riparto, e' quasi ora di pranzo, mi trovo un buon angolo riparato dal vento e mi fermo. Poco dopo mi accorgo che il pratone si e' riempito: tanta gente si e' fermata proprio li' per mangiare. Ma caspita, quanta gente c'e'...

Riprendo il cammino, d'ora in avanti sara' tutto in cresta e in piano; solo il sole a picco da' fastidio, non c'e' un filo d'ombra.

Arrivo finalmente al Monte Lema (100 metri piu' in alto, mannaggia!) e studio come funziona il ritorno in funivia: in un primo momento mi sembra non funzionare e mi manca il cuore, ma poi scopro che c'e' una corsa ogni mezz'ora. E' buffa: la funivia e' composta da 3 vagoncini da 8-10 post l'uno che viaggiano uno dietro l'altro, sembrano le macchinine dell'autoscontro.



A Miglieglia e' ancora presto: ho fatto una gran tirata per non perdere l'autobus ma ora che faccio? Vedo un Crotto e, pensando all'invidia del Dorico, mi siedo per una birra ristoratrice.
Una turista tedesca chiede ad un autoctono se si dice Tàmaro oppure Tamàro; la risposta è esilarante: "qui diciamo Tàmaro, su al nord dicono Tamàro". Questi svizzeri...

Alla prossima!

Gita 148 - 26 giugno 2011: da Piora a Cadagno e Cadlimo (CH)

Gita spettacolare nella zona dei laghetti di Tom e Ritom in una bellissima giornata di caldo sole estivo (20° a 2600 metri!): mai una nuvola in cielo.

Il percorso è ad anello e ci porterà a vedere tutti i laghetti della zona.



Lasciamo la macchina al parcheggio sotto la diga del lago Ritom (il parchimetro accetta solo monete, per fortuna riusciamo a raccattarne abbastanza per la sosta) e partiamo.



Dobbiamo fare mezzo giro intorno al Ritom, e poi prendere la mulattiera che sale dolcemente fino alla frazione Cadagno che si affaccia sul lago omonimo.



Subito dopo la Capanna Cadagno finalmente (?) il sentiero si inerpica e improvvisamente diventa ripido con continui tornanti: in poco più di mezz'ora saliamo di circa 300 metri fino a quando scavalliamo una bocchetta e arriviamo al Lago di Dentro.



Breve sosta a base di cioccolato e si riparte: davanti a noi c'è una parete ripidissima, speriamo di tutto cuore che il sentiero ci giri intorno ma è una pia illusione!
Altri 300-400 metri e finalmente sbuchiamo in un altipiano, dove ammiriamo diversi laghetti (Laghetti della Miniera).



Ci incuriosisce la neve che ha un bellissimo alone rosa.



Solo il tempo di cercare il sentiero (qui è tutto rocce e non ci sono segni) e scopriamo di dover scendere in picchiata di 300 metri fino ad un torrente, correre per un po' paralleli fino al Lago Isra e poi risalire ripidamente ciò che abbiamo disceso poco prima.



Arriviamo a Lago Isra che sono le 2 passate, brevissima sosta per il pranzo (siamo a solo a metà strada!) e risaliamo faticosamente fino alla Capanna Cadlimo: sono le 3 e mezza, abbiamo sete e siamo stanchi, così ci beviamo una Rivella (pensando al Dorico!)

Ci rimettiamo in cammino in un paesaggio "lunare" che costeggia il Lago Cadlimo e poi il Lago Scuro.





Arriviamo così alla bocchetta che si affaccia verso il Lago Ritom: si vedono 3 laghi uno sopra l'altro, che spettacolo!



Il sentiero scende a rotta di collo e noi, a passo da bersagliere, giriamo intorno ai Laghi Taneda, al Lago di Tom e finalmente arriviamo al Ritom.





E' tardo pomeriggio, le ombre si sono allungate ma ce l'abbiamo fatta!
Il prezioso oggetto tecnologico di Marco ci riassume i dati della giornata: 18 km, 6.30 ore di cammino e circa 1000 metri di dislivello. Gitona, non c'è che dire!
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