Appunti di viaggio: 11 Novembre 2007 - Monte Grona - Estate di San martino

Bene, dopo il solito giro di mail, viene fissato l'equipaggio e la destinazione, Rifugio Menaggio e Monte Grona; Rosa e Pablo sono assenti per impegni casalinghi come Lorimer ed Antonelladilorenzo.
Quindi si parte con la Trek Mobile per la gita in una splendida mattinata novembrina ricca di sole e con una temperatura primaverile!

Devo dire che la tradizione dell'estate di San Martino viene ampiamente confermata.

Rinunciamo al navigatore, la strada è stata studiata a tavolino da Mario e per una volta facciamo all'antica, il viaggio si snoda tranquillo, niente traffico e visibilità ottima lungo la strada.
Dopo l'autostrada, uscita Como Nord, imbocchiamo la strada Regina e attraversiamo alcuni paesi lungo la sponda occidentale del Lario, ad un certo punto giungiamo ad Argegno, paese segnalatoci dall'ostessa del Rifugio Bugone e decidiamo di fermarci per prendere il caffè. Ci parcheggiamo sulla piazzetta principale, ricorda un po' Portofino, con le case colorate in stile 'Borgo Marinaro' con pastelli che variano dal rosa all'arancio, bellissime cromaticità baciate dal sole mattutino.
Sulla piazza scoviamo un bar da antologia, arredato con vecchi mobili e seduti ai tavoli dei vecchietti intenti a fare colazione leggendo il quotidiano, più che un bar sembra un vecchio caffè di qualche romanzo di Piero Chiara.

Veniamo tentati dalla vetrinetta dei dolci ed ordiniamo tre caffè accompagnati da altrettanti dolcetti, che vi devo dire, ne valeva la pena! Con Ciccio ci segnamo mentalmente tutte le coordinate, potrebbero tornare utili in qualche alto 'tipo di gita', ed ho detto tutto!
Riprendiamo e in un battibaleno giungiamo a Menaggio , imbocchaimo la salita che ci porta a Pigra e troviamo parcheggio sul bordo della strada, qui prendono inzio le operazioni propedeutiche all apartenza e poi via seguando le indicazioni per il 'Rifugio Menaggio'.
Il persorso inziale è dolce e poco impegnativo, passiamo attraverso un bosco di betulle che poi piano piano scompaiono cedendo il passo ad una vegetazione senza alberi, da qui cominciamo ad ammirare splendidi panorami sul lago di Domo, siamo fortunati, si vede fino a Lecco / lago di Garlate verso meridione, e si distinguono tutti i paesi attraversati durante il percorso fatto per ripercorrere il Sentiero del Viandante, sulla sponda Orientale.
Durante la salita, succede dell'incredibile, raggiungiamo e superiamo ben tre gruppi di escursionisti partiti prima di noi, devo confessare, che questo duro colpo accadeva sempre a noi nelle altre gite, ormai, anche se 'angelolinsubrico' non è d'accordo, siamo quasi diventati dei 'discreti' escursionisti.
Subito ptima del Rifugio Menaggio, veniamo raggiunti da una coppia, che in un primo momento ci 'succhia la ruota', poi in vista dell'arrivo, tagliando dritti ad un tornantino ci supera di gran carriera; la cosa non ci è piaciuta per nulla, se avevano fretta bastava chiedere strada, ma che volete farci.

Arriviamo al rifugio Menaggio e qui ci attende una brutta sorpresa, il rifugio è chiuso, per fortuna lo splendido panorama ci risolleva dalla delusione e riamandiamo a dopo la conta dei pani e dei pesci, infatti, contando sulla presenza del rifugio abbiamo portato poche provviste!

Dopo esserci saziati con la vista dello splendido panorama e tenuto sotto controllo Ciccio che insidiava la ragazza dell'ingrugnito che ci aveva superato precedentemente, ci apprestiamo a proseguire la gita, imbocchiamo la strada direttissima per il Monte Grona lasciando il passaggio per la Forcoletta per il ritorno.

L'attacco è tranquillo, poi piano piano il sentiero si fa sempre più duro, arriviamo ad uno spalto di roccia da dove, spettacolare, si gode all'improvviso la vista del Lago Ceresio,

bellissimo, da un lato il Lario

e dall'altro il Ceresio, uno spettacolo impareggiabile.
Per fortuna il panorama che ci tira su il morale, la strada è sempre più in 'piedi' con alcuni passaggi impegnativi fino a raggiungere un punto attrezzato con delle catene.
Ma alla fine siamo quasi in cima, ci manca solo l'ultimo pezzo, anche questo attrezzato con cavi fissati alla roccia, ma è fatta il Monte Grona (1736 m.s.l.m.) è nostro!

Sulla cima vediamo spuntare dall aparete a picco verso mezzogiorno, dei bergamaschi, ho chiestoconferma a Mario, che salivano per la ferrata CAO; io ho capito solo che si prendevano in giro a vicenda e alcuni passagi coloriti, per il resto ho dovuto attendere i sottotitoli a cura del traduttore Mario.
Comunque lasciate alle loro facezie il gruppo chiassoso di bergamaschi, ci siamo sistemati per mangiare; e qui c'è stata la divsione dei pani e dei pesci, Ciccio mi ha generosamente ceduto un pezzo di panino al 'brustel' ecologico/vegetariano ed io una pera abate, Mario era quello più attrezzato, per sua fortuna.
Foto di rito sul culmine del monte e alle prese con le corde in discesa, che spettacolo.

Prendiamo la strada per la Forcoletta, peccato che era tutta in ombra e con passaggi su stretto stadello con a sinistra un bello strapiombo, ho pensato all'amico Spatone, che con la sua 'vertigine' sarebbe di sicuro tornato indietro.
Arriviamo senza danni alla Forcoletta e poi proseguiamo raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno in direzione della graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m.

Poco prima della chiesetta scattiamo le foto storiche verso il Pian di Spagna ed il promontorio di Piona, poi ripieghiamo verso il rifugio Menaggio.
Nella discesa Mario inciampa in un sasso nascosto lungo il sentiero e ci fa prendere un bello spavento, infatti lo vediamo rotolare giù per un 5/10 metri verso valle, per fortuna in quel punto il pendio non era elevato, mannaggia che spavento!
Di buona lena raggiungiamo il rifugio, che al nostro arrivo vediamo aperto e presidiato da una sciura.
Dalla sciura veniamo a sapere che il gestore ha rinunciato e che il CAI di Menaggio, propietario dell'immobile, deve cercare un nuovo gestore.
Qui, Ciccio dimostra un animo da imprenditore, chiedendo informazioni sull'applato, chissà cosa avrà in mente!

Il tempo passa, è ora di rientrare, riempiamo le borracce presso la fonanella e riprendiamo la strada del ritorno.

In poco tempo raggiungiamo l'auto e partiamo per una breve visita di Menaggio e poi via per Milano!

Dimenticavo, Ciccio aveva intenzione di rilevare la gestione del rifugio, ma , alla stesura del menù, ci siamo accorti che qualcosa non avrebbe funzionato:

Minestra vegetariana
Brustel di soia
Pizzoccheri all'olio

poi , per gentile concessione:
Alici marinate
Alici fritte
Insalata di seppie
Fritturina dell'Adriatico
(questo, perchè a mia insaputa, mi ero trovato abile ed arruaolto nell'impresa!!!)



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APPROFONDIMENTI
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BREVE STORIA DELL'ESTATE DI SAN MARTINO San Martino di Tours Vescovo
11 novembre

Sabaria (ora Szombathely, Ungheria), 316-317 - Candes (Indre-et-Loire, Francia), 8 novembre 397

Secondo la tradizione avrebbe dato prova della sua carità e anche per il prossimo tagliando in due il suo mantello e donandone metà ad un povero. Si ritirò a Ligugé, presso Portiers, dove con un gruppo di discepoli, fondò il primo monastero, divenendo presto famoso in tutta la Gallia. Eletto vescovo di Tours (371), diffuse il cristianesimo in tutta la Gallia occidentale. Martino fu uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale; centinaia di parrocchie e di comuni presero il suo nome. E anche considerato il patrono dei soldati. Lottò con energia contro le eresie, l’idolatria e la supremazia.

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ANTOLOGIA LETTERARIA

San Martino

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.

(Giosuè Carducci 19° secolo)


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FERRATA C.A.O.
La Via Ferrata, è ottimamente attrezzata ed è stata realizzata nel 1985 dal C.A.O. e dal C.A.I. Menaggio.

Si tratta di un percorso sicuro poiché si svolge per buona parte in cresta e, quindi, al riparo da cadute di pietre. Si consiglia tuttavia di munirsi di casco protettivo e di fare attenzione alla presenza sulla via di altri alpinisti.

Dislivello: 356 m
Difficoltà : occorre un minimo di esperienza arrampicatoria e buona pratica nell'uso degli attrezzi alpinistici
Tempo: 2 ore circa
Attrezzatura: set da ferrata, imbragatura, moschettoni a ghiera, qualche cordino, casco.

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PICCOLI ESCURSIONISTI CRESCONO


6 commenti:

Mario ha detto...

Questa volta, molto piu' delle altre, la gita e' stata occasione di incontri assai particolari (alcuni piacevoli altri meno), con personaggi che sembravano usciti dalla penna di Balzac e dalle sue pagine della Comedie Humaine.
Eccoli - in preciso ordine cronologico:

L'Ingrugnito
e' il tipo con fidanzata al seguito che e' partito poco prima di noi, che abbiamo superato lungo il tragitto, che ci ha raggiunto e messo in scia per un quarto d’ora e infine, pur di arrivare al rifugio prima di noi, ha tagliato il sentiero mettendosi letteralmente a correre!. Quando glielo abbiamo fatto gentilmente notare, la ragazza ha sorriso imbarazzata (come per dire, “non ci posso fare niente, e’ fatto cosi…”) mentre lui si e’ – appunto! – ingrugnito. E non e’ finita: Salvo al rifugio ha scambiato 2 chiacchiere con la ragazza, e lui in fretta e furia ha raccolto la sua roba e si e’ messo in marcia verso la cima trascinandosi dietro la poverina. Riuscite ad immaginarvi la sua faccia quando, arrivato in cima, ci ha trovato gia’ li’ che mangiavamo tranquillamente i nostri panini? (noi avevamo scelto il sentiero della Direttissima, piu’ breve ma molto piu’ duro, lui invece quello piu’ veloce e meno faticoso).

La Rassegnata
E’ la fidantazata dell’Ingrugnito: poverina, ci ha fatto pena pensare che si deve sopportare un simile moroso…

Il casanova (in minuscolo) della Val Brembana
Uno del gruppo di bergamaschi che ha raggiunto la cima del monte Grona lungo la ferrata; a voce altissima esaltava le proprie (presunte) capacita’ e virtu’ amatorie usando un linguaggio assai colorito e decisamente poco educato nei confronti del genere femminile. Essendo di ceppo lombardo ero in grado di capire decisamente bene cosa diceva ed i vocaboli usati con relative sfumature: non sono tipo che si scandalizza ma e’ riuscito a farmi sentire a disagio, forse neppure in caserma si dicono piu’ certe cose…

Le Tranquille Signore
Le Signore che alle 3 del pomeriggio si sono presentate al rifugio Menaggio chiacchierando amabilmente fra loro. Ve le immaginate che preparano il lauto pasto domenicale ai propri mariti e, mentre questi ultimi nel dopopranzo si sprofondano sul divano guardando il calcio in tv, indossano gli scarponcini e senza colpo ferire salgono fino al rifugio? E ci sono arrivate senza un filo di sudore sul viso, e neppure accaldate!

L’Autogol
Il giovanotto che a Menaggio, dotato di fidanzata decisamente belloccia con minigonna da urlo, non trova di meglio che portarla in uno sfigatissimo bar a bere un te’ seduti in mezzo alla corrente d’aria delle due porte e neppure un pasticcino…
Che gioventu’!!!

Anonimo ha detto...

Per caso l'ingrugnito ha nulla a che fare con Chenio?

Anonimo ha detto...

caro anonimo,

assolutamente NO!!!

Anonimo ha detto...

RICETTA STOCCAFISSO CON PATATE

Ingredienti
Stoccafisso
patate
olio
Vino bianco fermo
aromi
sale
olive nere

Prendere lo stoccafisso bagnato , spinarlo e levare la pelle, e ridurlo a pezzettoni.
Mettere l'olio nella pentola a pressione, il vino, il passato di pomodoro, cipolla, aglio, capperi, acciughe salate e gli aromi.
(tutti quelli che avete, maggiorana,alloro, rosmarino, origano,peperoncino)
Lasciare cuocere per 20' dal fischio.
Aprire la pentola e mettere le patate tagliate a tocchi irregolari e le olive nere e bianche,salare e richiudere e far cuocere per 20' dal fischio.

Buon appetito!

Anonimo ha detto...

Le ricette mi sembrano un po' troppo azzardate per un rifugio , va bene che non siamo sulle Dolomiti, ma siamo sempre in montagna!

Ildorico ha detto...

Oggi 20160828 replica della scalata al monte Grona.

Questa volta rifugio aperto e pasto a base di polenta ed uova.
Nota 'tennica'
In auto fino al parcheggio Alpi di Breglia, poi su fino al Grona x la direttissima e rientro al rifugio dalla Forcoletta.
Presenti
Ciccio
Ildorico
Alla prossima!

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