Appunti di viaggio: Acquiterme


Notizia della giornata: Salvo e’ arrivato prima di noi all’appuntamento!!! Raccontano le cronache che non succedeva dai tempi della battaglia di Zama…
Dopo un piacevole viaggio senza traffico arriviamo ad Acqui e – manco a farlo apposta – possiamo scegliere in quale posteggio del centro storico lasciare l’auto: che civilta’…
Subito diamo sfogo alle nostre turpi voglie e svaligiamo una focacceria che esponeva una “autentica focaccia ligure senza strutto”. Cosi’ rifocillati e rinfrancati, iniziamo la visita alla bellissima cittadina.
Per prima cosa La Bollente, che non e’ la disinvolta protagonista di un film per adulti ma una sorgente di acqua sulfurea che zampilla giocosa a 75°, incastonata in una bellissima piazza circondata da bei palazzi ottocenteschi.
Foto di rito e poi proseguiamo: scopriamo l’Enoteca Regionale che promette degustazione gratuita dalle 15.30 in poi. Memorizzato l’appuntamento, visitiamo la stupenda Cattedrale e percorriamo tutto il centro storico (isola pedonale) ammirando - una volta tanto – il bel lavoro degli assessori al turismo acquesi. Tutti i palazzi del centro sono stati accuratamente restaurati e ridipinti di colori pastello, con fregi alle finestre e ai balconi. In particolare da ammirare la piazza dell’anfiteatro, costruito su una collina digradante. Non trova invece l’approvazione di Salvo la grande fontana in marmo bianco di fronte al Grand Hotel Terme (mugugni per tutto il giorno su questo argomento…)
E finalmente e’ ora di pranzo, meta una caratteristica trattoria di Acqui che promette le vere specialita’ locali. Grande Chenio e’ indeciso fra la trippa e lo stoccafisso con le patate ma alla fine la sua origine anconetana lo porta inevitabilmente allo stoccafisso, accompagnato da un ottimo Dolcetto d’Acqui. Da ricordare il Barolo Chinato, che ci ha tenuto compagnia con il dolce.
Dopo pranzo, passeggiata ristoratrice fino ai resti dell’acquedotto romano e alle Terme (chiuse); visitiamo i resti della piscina romana (sottoterra, fa da fondamenta ad un orribile palazzo costruito sopra ai primi del 900), ci riposiamo su una panchina (Salvo si appisola nonostante la scomodita’) e finalmente e’ l’ora! Arriviamo in perfetto orario all’Enoteca dove degustiamo gratuitamente tanti bei vini (non so essere piu’ preciso, ho visto Canio con 4 bicchieri diversi ma poi ho perso il conto…). La caratteristica principale e’ che i vini che assaggiamo per qualche arcano motivo non sono in vendita, anzi neppure li hanno. Mah… Comunque io e Canio non ci scoraggiamo ed acquistiamo, consigliati dall’enologo locale: speriamo bene!
E’ l’ora del rientro, piuttosto trafficato ma abbiamo ancora negli occhi le bellezze della giornata che ci consolano!

Dimenticavo, non poteva mancare il mio acquisto dolciario: un chilo di amaretti di 3 diversi sapori (mandorle, amaretto e cioccolato), che ho gia’ finito!

Mario

2 commenti:

Anonimo ha detto...

IL GRANDE CHENIO


Confermo in pieno e sottoscrivo quanto detto da Mario, la cosa che volevo rimarcare è la visita alla Enoteca Regionale.
Molto interessante, anche per il fatto che abbiamo potuto assaggiare degli ottimi vini.
Non per essere pignolo, ma quelli assaggiati dal sottoscritto sono stati:
Bianco del Monferrato
Barbera del Monferrato
Dolcetto di Acqui
Barbera del Monferrato (altra casa vinicola, tanto per fare un piccolo confronto casalingo)

Il primo Barbera era eccellente, ma purtroppo non era in vendita, alla faccia di Cartagine e di tutti i Cartaginesi!

Comunque, nota per Rosapristina, abbiamo appurato che anche a Canelli ed a Nizza Monferrato ci sono delle enoteche regionali!
Vediamo di organizzare una prossima uscita!!

ciao

P.S.- Ciccio mi preoccupa, prima si addormentava in auto, adesso anche sulle panchine pubbliche, dove andremo a finire!

Silvia ha detto...

Ottima degustazione! Canelli era il posto con i km di cantine sotterranee, giusto?

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