Appunti di viaggio: 2 Marzo 2008 - Corni di Canzo

Come direbbe il grande De Zan: Gita d'altri tempi! E infatti nell'immagine seguente un dagherrotipo del Grande Chenio, con macchina fotografica vintage...



Una splendida giornata di sole ci ha accompagnato nella prima vera uscita stagionale di trekking ai Corni di Canzo.
Arrivati felicemente in quel di Canzo dopo un interminabile viaggio in treno e sosta obbligata nella rinomata pasticceria, iniziamo la marcia. In fretta superiamo la fonte Gajum e, costringendo GC a non fotografare ogni cartello e segnavia per non perdere tempo, giungiamo in breve al rifugio Terz'Alpe (purtroppo le torte di Carla non ci sono piu'...). Qui inizia la vera ascesa che, colpa il caldo e lo scarso allenamneto, in breve ci fa ansimare e rallenta ulteriormente la marcia. Finalmente, con i morsi della fame, arriviamo al pianoro sotto i Corni dove consumiamo il nostro frugale pasto: che nostalgia i pranzi in trattoria delle domeniche invernali!!!
"Ringraziando" un autoctono che ci spiega la strada i piu' ardimentosi fra noi si cimentano nell'ascesa al Corno piu' alto, che si dimostra faticosa ma breve e non difficile. Foto di rito in cima, con biglietto da visita lasciato sulla croce.



Iniziamo la discesa e subito con terrore ci accorgiamo di cio' che ci aspetta: lo strapiombo di diverse decine di metri ci obbliga a procedere abbracciando la parete e a scendere un passo alla volta. Il tutto complicato dal ghiaccio che rende il passo scivoloso. Finalmente siamo in basso (dove scopriamo che il sentiero e' riservato agli escursionisti esperti!) e raggiungiamo il rifugio SEV dove ci aspettano Lorenzo, la di lui consorte e la Maestra. Per tirarci su chiediamo un bianco: quello dei Castelli!
Cosi' rifocillati risaliamo nella neve fino al ginocchio fino alla spalletta dei Corni e iniziamo la discesa, di nuovo soleggiata ed asciutta, fatta a passo di bersagliere per la paura di perdere il treno.

Alla prossima!

7 commenti:

Silvia ha detto...

E insomma alla fine tra una cosa e l'altra sarano stati 1100 metri di dislivello, o sbaglio?

Anonimo ha detto...

circa 1000 metri: dai 400 del Gajum ai 1370 del Corno + il dislivello da Canzo al Gajum

Silvia ha detto...

però poi per scendere siamo anche risaliti un pò per arrivare alla selletta..

Unknown ha detto...

Ussssti! Quasi ci vedevamo domenica, anch'io ero a Canzo, ma giù in basso: abbiamo dormito al Cornizzolo e nel pomeriggio siamo scesi a Canzo per poi risalire dall'altra parte verso Eupilio.

Ciao,
Lorenzo (Mariani)

Salvo Di Salvo ha detto...

ciao brianzolo de Biason quindi ti ricordi del nostro blog ... qualche volta devi pero' unirti a noi ....

Anonimo ha detto...

ILGRANDECHENIO

Vorrei solo far notare che al rifugio S.E.V., alla nostra richiesta di bianco, l'oste ha tirato fuori una bottiglia di Bianco dei Castelli!!!
Che diamine, almeno un Cortese del Piemonte!!!
L'unica nota positiva che ha, gentilmente, schizzato i bicchieri del Pablo e del Grandechenio con un bel goccio di Aperol!!

Alla faccia di Cartagine e di tutti i cartaginesi!!


Una precisazione, ma il dislivello dalla Stazione di Canzo, quindi quello totale affrontato, alla fine di quanto è?
Attendo con pazienza la risposta.

ciao

Salvo Di Salvo ha detto...

solo per aggiungere un po’ di colore all'impeccabile descrizione dell'Ing. Mario, aggiungo: la comitiva questa volta era tale anche in senso numerico: 8 persone, per raggiungere il nostro obbiettivo ho dovuto fare la parte del sergente di ferro tenendo il passo e bloccando tutte le iniziative tendenti alla sosta lungo la strada, il nostro amico del pesce fritto anche questa volta si è palesato anche se solo a Mario in stazione, 'se mi posso permettere’ e la frase storica con cui l'autoctono è intervenuto per darci il malaugurato consiglio.

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