Appunti di viaggio - 9 Dicembre 2007: Da Brunate a Torno
Sotto un cielo plumbeo alla stazione di Bovisa mi incontro con Antonella, Lorenzo diantonella e per la prima volta anche i due ragazzi (peraltro, molto simpatici ed educati, complimenti!) e saliamo sul treno per Como dove ci aspettano gia' comodamente seduti GC (Grande Chenio) e SdS (Salvo).
E chi ti troviamo due sedili piu' in la'? L'ormai nostro amico del pesce fritto (gia' frequentatore assiduo della linea di Erba), ora convertito alla tratta di Como che, come al solito, scende a Como Borghi dopo essere stato immortalato da SdS!
Arriviamo a Como sotto una pioggia insistente e iniziamo ad attrezzarci per la giornata mentre arranchiamo verso la stazione della funicolare ("The Funicular"), che troviamo, visto il tempo, deserta. Per la prima volta facciamo il viaggio seduti!
A Brunate iniziamo il percorso, debitamente provvisti di cappucci e mantelline per ripararci dalla pioggia (Mario inaugura la sua, vedere le foto).
Di buon passo e per nulla affaticati giungiamo a S.Alessandro dove finalmente ci dirigiamo al Faro Voltiano: chiuso!
Ammiriamo il panorma, stupendo nonostante la giornata, e foto di prammatica con autoscatto per immortalare l'impresa.
Riprendiamo il cammino e, dopo una breve sosta per caffe' e brioche, arriviamo alla Baita Carla, nostra meta per la pausa pranzo. Qui ci accordiamo con il proprietario: ci possiamo sedere all'interno in cambio del vino e di una fetta di torta (ci viene offerta la polenta!). Purtroppo pero' non ci fanno sedere vicino al camino, unica fonte di calore dell'ampio salone (riservato ai veri avventori) e cosi' in breve raggiungiamo la temperatura esterna, vicino allo zero.
Comunque rifocillati, riprendiamo: ora siamo vicino ai 1000 metri ed il paesaggio si e' completamente imbiancato: sembriamo i protagonisti del presepe vivente!
E difatti inizia a nevicare...
Imperterriti continuiamo il nostro percorso, che scende sempre piu' ripidamente: termina la neve, pioviggina per un po' e finalmente il cielo inizia ad aprirsi mostrando uno spettacolare tramonto tra le nubi.
Di buon passo (eccetto GC e SdS che sembrava stessero facendo la vasca la domenica pomeriggio) arriviamo finalmente a Torno e riusciamo ad acchiappare per un pelo il battello per Como; foto di rito sul ponte
e poi giu' a scaldarci!
A Como, immancabile vasca in centro: piazza Cavour con le bancarelle natalizie, il Duomo e via Vittorio Emanuele piena di gente, di luci e colori. Dopo l'immancabile assaggio di salsiccia di GC, rientriamo di corsa in stazione e poi via, verso casa.
Ad maiora!
Mario
1 Novembre 2007 - Grande Chenio in Ancona
Bene, il giorno dei Santi, il prode Max, organizza una simpatica uscita sulle pendici del Monte Conero, ci prepariamo all'uscita e siamo accompagnati dalle nostre amiche Roberta ed Antonella.
Qui apro una parentesi, la breve escursione mi vede prendere parte in impermeabile e berretto, mentre gli altri personaggi citati supra, erano attrezzati per l'occasione, quindi vi tralascio i commenti impietosi delle amiche di Max, Roberta ed Antonella , nei miei confronti per l'appunto!
Ma cosa ci volete fare, il mondo a volte è cattivo' :)
Lungo il percorso abbiamo tutto il tempo per gustare i deliziosi corbezzoli presenti
ed ammirare lo splendido panorama dello sperone roccioso su cui si adagia Sirolo, Scirolo per gli indigeni.
Anche qui, le amiche di Max, non mancano di farmi notare che sul Naviglio di questi panorami non se ne vedono!
E continuiamo a farci del male!
Durante il cammino le amiche di Max, Roberta ed Antonella, mi controllano a vista, infatti hanno paura che in un raptus possa prelevare qualche esemplare di flora locale, corbezzoli o pini di aleppo, per realizzare degli splendidi bonsai, insomma , mi sento un po' alla stessa stregua di un sorvegliato speciale!
Come Dio vuole raggiungiamo il punto panoramico sopra la spiaggia delle due sorelle, che , introduco per i non anconetani sono due faraglioni che si stagliano alla base orientale del Monte Conero prospicenti una famosa e bella spiaggia sassosa raggiungibile via mare o tramite il sentiero che abbiamo imboccato.
Sazi della vista marina riprendiamo la via del ritorno, ma qui Max si ricorda della presenza di una grotta poco sopra il sentiero, chiamata la grotta dei contrabbandieri, e nel miglior stile,
'se non vi fate male non siete contenti',
abbandoniamo il sentiero principale ed imbocchiamo un ripido ed angusto sentiero.
Dopo un piccolo tratto di salita ecco apparire la grotta, una cavità naturale abbastanza grande illuminata da due feritoie nella roccia, non si capisce se naturali o realizzate dall'Homo Faber.
Bene, il tempo incalza ed il buio sta scendendo inesorabile, onde evitare di dover illuminare il cammino con la luce dei cellulari, sveltamente ci dirigiamo verso l'auto, che raggiungiamo ormai alle prime tenebre!
Ma ormai è fatta, stanchi ma felici ci dirigiamo a Sirolo, una vasca in un giorno di festa, non può mancare!
Traduco per i cittadini:
dicesi 'vasca' una passeggiata effettuata nel centro dell'agglomerato urbano senza un preciso scopo, ma solo per il gusto di effettuare due passi in compagnia chiacchierando dei massimi sistemi e non.
Dopo la 'vasca' si rientra nella dorica per vedere un film, 'un'altra giovinezza' che vi consiglio vivamente, anche se prima di andare vi suggerisco di frequentare un corso di antropologia culturale e di semiotica, comunque fidatevi, non rimarrete delusi!
Bene , nei giorni trascorsi nella 'dorica' non poteva terminare senza un giro di ricognizione al Parco del Cardeto
http://www.parcodelcardeto.it/
Ma direi di approfondire questo argomento in un altro momento.
ciao
9 Dicembre: Brunate Torno
http://picasaweb.google.com/sdisalvo/_20071209_brunate_torno
8 Dicembre: Corni di Canzo da Valmadrera
Appuntamento: 8:50 stazione p.ta Garibaldi, davanti alla biglietteria
Andata: Treno 09:07 - Valmadrera 10:31
Ritorno:
16:33 VALMADR 17:30 MI C.LE 00:57 LECCO 16:38
17:07 VALMADR 18:26 MI Pta.Garib.
18:32 VALMADR 19:30 MI C.LE 00:58 LECCO 18:37
19:07 VALMADR 20:35 MI Pta.Garib.
Pranzo: Colazione al sacco con eventuali integrazioni in loco (vino, dolce, caffè) presso rifugio SEV (http://www.rifugiosev.it/)
Difficoltà: media
Dettagli ed itinerario: http://www.passolento.it/schede_gite/valmadrera.htm
Appunti di viaggio: 25 Novembre 2007 - Ghisallo, Bellagio e Inverigo
Inoltre Silvia e Pablo sono impegnati e il chiassoso e Antonelladilorenzo debbono presenziare ad una festicciola di compleanno.
Quindi si parte in Trek Mobile al solito appuntamento ma questa volta si va verso il Ghisallo, per visita al Santuario ed al museo del ciclismo.
La giornata si dimostra come temevamo, nebbia e tempo coperto, ci fermiamo a Canzo per una bella colazione nel mitico bar già sperimentato in una gita precedente.
Qui approfondiamo con il titolare le caratteristiche tecniche della stufa in ceramica installata nella sala sul retro del bar.
All'uscita compare un timido sole, speriamo che si faccia forza!
Percorriamo la strada per Magreglio e studiamo il percorso per una eventuale scalata in bicicletta, così per vedere se Ciccio e Mario si convincono per un'avventura da effettuare nella prossima stagione.
Da parte mia, se non erro ho affrontato la salita del Ghisallo dal versante di Erba in due occasioni, ma tanto tanto tempo fa!
Arriviamo al Ghisallo e subito facciamo visita al Santuario con annessa firma al registro dei visitatori.
Il clielo si è leggermente aperto, ma il lago non si vede per la nebbia presente.
Comunque riusciamo a scattare delle fotografie sia all'esterno che all'interno, dove ci divertiamo a leggere le targhe dei cimeli donati e ricordare le imprese dei campioni.
Spiritualmente pronti decidiamo di fare visita al Museo, ma ci aspetta una brutta sorpresa, il prezzo del biglietto è di 10 €, alla faccia di Cartagine e di tutti i cartaginesi.
Siamo molto perplessi, io sono per entrare, ormai siamo qui, entro con Mario per sentire se ci sono sconti, alla fine, dopo una breve trattativa riusciamo a spuntare uno sconto familiari, evvai entriamo con 5 €!
La visita è piacevole, il museo non è molto grande ma ben studiato ed architettonicamente pregevole.
Ci divertiamo anche qui a legegre le targhe delle biciclette ed a ricordare i campioni che le hanno guidate.
La gita finisce con una puntata al book shop, a dire il vero non molto fornito.
Ormai si è fatto tardi, Mario aveva procurato un elenco di trattorie etc della zona, puntiamo su Piano Rancio, dove ci deve essere una polentoteca.
La troviamo agevolmente, il piazzale è grande come quello di un centro commerciale e pieno come il sabato prima di Natale!
Comunque troviamo posto e ci deliziamo con polenta abbinata a diversi tipi di contorno, funghi, zola , brasato di cervo, che vi devo dire, c'era di tutto!
Finito il lauto pasto ci dirigiamo a Bellagio, perla del Lago di Como, dopo aver parcheggiato ci facciamo una bella passeggiata nel centro storico.
Caffè in un bar d'epoca sotto i caratteristici portici di fronte all'imbarcadero e poi giretto fino a Punta Spartivento dove possiamo ammirare il lago di Como nella sua bellezza, visto che la nebbia si era definitivamente alzata.
A questo punto, decidiamo di proseguire nella giornata andando a fare visita a SandroIlcapo, nella sua Inverigo.
Arriviamo agevolmente a casa di SandroIlcapo e abbiamo modo di conoscere la signora SandroIlcapo, che Ciccio ed io conosciamo di fama, infatti in alcune occasioni le sue torte avevano allietato i nostri palati.
Anche in questa occasione torta salata e tavola imbandita, siamo rimasti entusiasti! Dobbiamo proprio organizzare qualche altra piacevole occasione per far nuovamente visita a SandroIlcapo e signora!
Ormai è tardi, lasciamo i nostri graditi anfitrioni e partiamo per rientrare a casa, stranamente la strada non è affollata, almeno per questa volta niente coda!
Alla prossima!!
Appunti di viaggio: Torno, Molina, Lemna, Palanzo, Pognana
Mi limiterò a solo qualche nota per la poca voglia di scrivere. La giornata è fresca, ma il tempo è ottimo.
Passeggiata gradevole anche se purtroppo una parte corre lungo la strada asfaltata. Durante il viaggio d’andata abbiamo ritrovato il nostro amico amante del trekking e soprattutto del pesce, questa volta era fuori zona, noi l'abbiamo sempre incontrato nella l'altro ramo delle nord (dintorni di Erba ).
All'arrivo a Como sprint per l'acquisto dei biglietti: Pablo e Silvia quelli del Pullman, io, Chenio e Mario il battello o zattera o vaporetto o motonave o ….
Alle 10:00 partenza via lago x Torno. Sul battello oltre noi pochi altri passeggeri tra cui 2 turiste francesi e uno scassapa..e campano. Durante la navigazione, per puro caso, involontariamente, occasionalmente, per coincidenza, … scambio qualche parola in stentato Inglese con le 2 giovani parigine, una delle quali è molto attraente ... da li in poi fino a Torno non ricordo molto ... solo che ad un certo punto lo scassapa..le si intrufola nella discussione e le 2 nuove amiche spariscono.
Da Torno ci inoltriamo per i caratteristici vicoli verso monte finché incontriamo la segnaletica della via Regia. Dopo poco ci ritroviamo su di una strada asfaltata dove incrociamo un sentiero che ci porta verso gli avelli ( percorso già percorso qualche mese fa ) abbiamo sbagliato quindi siamo costretti a ritornare indietro fino la statale e proseguire. In effetti, più avanti ritroviamo la segnaletica della via regia e giungiamo a Molina, caratteristico e piccolo borgo con annesa chiesa e trattoria interessante in piazza, proseguiamo e arriviamo a Lemna, anche questa piccola frazione già nota. Mangiamo nel ristorante del posto dove chiacchieriamo con il titolare tifosissimo dell'Inter che ci parla dei giocatori dell'inter: Zanetti molto simpatico che frequenta abitualmente il locale perchè gli piace il capriolo e Adriano su cui stendiamo un velo pietoso.
Proseguiamo fino a Palanzo dove visitiamo il Torchio, poi Pognana dove prediamo il pulman x Como in anticipo sull'orario previsto.
20071118_ via_regia_ |
18 Novembre: Torno, Molina, Valle dei Mulini, Lemma, Palanzo, Canzaga, Pognana Lario
Andata:
Treno x Como
09:00 09:55
Battello x Torno
10:15 10:44
Ritorno:
Autobus Pognana Lario- Como
17:45 19:34
18:14 20:00
Treno Como - Milano FNM ( fermano a Bovisa )
18:16 19:19 63 m
18:36 19:31 55 m
19:16 20:19 63 m
19:46 20:49 63 m
20:16 21:19 63 m
21:16 22:19 63 m
Pranzo: Al ristorante, portare comunque un panino di scorta!
Difficoltà: Facile. 5 ore di marcia; 450 metri di dislivello in salita
Note: I biglietti prima!
Itinerario
Torno (m 205); Molina (m 450); Valle dei Mulini; Lemma (m 520); Palanzo; visita dell’antico torchio in legno; Canzaga (m 350); Pognana Lario (m 201)
Descrizione:
La cosiddetta “Strada Regia” è un percorso – già censito sul catasto teresiano del ‘700 – che dai monti del Triangolo Lariano scende al lago in mezzo ai boschi che salgono sulle pendici affacciate sul ramo comasco. Noi percorreremo con questo comodo itinerario uno dei primi tratti, dal piccolo borgo di Torno a Pognana Lario, attraverso caratteristici paesi e boschi solitari.
Pranzo
Ristorante di Lemna:
Ristorante S. Giorgio, 1, PIAZZA SAN GIORGIO, 22020 Lemna (CO), 031 378666
Internet
http://www.montagnaincantata.it/scheda.asp?id=1613
Meteo
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
Appunti di viaggio: 11 Novembre 2007 - Monte Grona - Estate di San martino
Quindi si parte con la Trek Mobile per la gita in una splendida mattinata novembrina ricca di sole e con una temperatura primaverile!
Devo dire che la tradizione dell'estate di San Martino viene ampiamente confermata.
Rinunciamo al navigatore, la strada è stata studiata a tavolino da Mario e per una volta facciamo all'antica, il viaggio si snoda tranquillo, niente traffico e visibilità ottima lungo la strada.
Dopo l'autostrada, uscita Como Nord, imbocchiamo la strada Regina e attraversiamo alcuni paesi lungo la sponda occidentale del Lario, ad un certo punto giungiamo ad Argegno, paese segnalatoci dall'ostessa del Rifugio Bugone e decidiamo di fermarci per prendere il caffè. Ci parcheggiamo sulla piazzetta principale, ricorda un po' Portofino, con le case colorate in stile 'Borgo Marinaro' con pastelli che variano dal rosa all'arancio, bellissime cromaticità baciate dal sole mattutino.
Sulla piazza scoviamo un bar da antologia, arredato con vecchi mobili e seduti ai tavoli dei vecchietti intenti a fare colazione leggendo il quotidiano, più che un bar sembra un vecchio caffè di qualche romanzo di Piero Chiara.
Veniamo tentati dalla vetrinetta dei dolci ed ordiniamo tre caffè accompagnati da altrettanti dolcetti, che vi devo dire, ne valeva la pena! Con Ciccio ci segnamo mentalmente tutte le coordinate, potrebbero tornare utili in qualche alto 'tipo di gita', ed ho detto tutto!
Riprendiamo e in un battibaleno giungiamo a Menaggio , imbocchaimo la salita che ci porta a Pigra e troviamo parcheggio sul bordo della strada, qui prendono inzio le operazioni propedeutiche all apartenza e poi via seguando le indicazioni per il 'Rifugio Menaggio'.
Il persorso inziale è dolce e poco impegnativo, passiamo attraverso un bosco di betulle che poi piano piano scompaiono cedendo il passo ad una vegetazione senza alberi, da qui cominciamo ad ammirare splendidi panorami sul lago di Domo, siamo fortunati, si vede fino a Lecco / lago di Garlate verso meridione, e si distinguono tutti i paesi attraversati durante il percorso fatto per ripercorrere il Sentiero del Viandante, sulla sponda Orientale.
Durante la salita, succede dell'incredibile, raggiungiamo e superiamo ben tre gruppi di escursionisti partiti prima di noi, devo confessare, che questo duro colpo accadeva sempre a noi nelle altre gite, ormai, anche se 'angelolinsubrico' non è d'accordo, siamo quasi diventati dei 'discreti' escursionisti.
Subito ptima del Rifugio Menaggio, veniamo raggiunti da una coppia, che in un primo momento ci 'succhia la ruota', poi in vista dell'arrivo, tagliando dritti ad un tornantino ci supera di gran carriera; la cosa non ci è piaciuta per nulla, se avevano fretta bastava chiedere strada, ma che volete farci.
Arriviamo al rifugio Menaggio e qui ci attende una brutta sorpresa, il rifugio è chiuso, per fortuna lo splendido panorama ci risolleva dalla delusione e riamandiamo a dopo la conta dei pani e dei pesci, infatti, contando sulla presenza del rifugio abbiamo portato poche provviste!
Dopo esserci saziati con la vista dello splendido panorama e tenuto sotto controllo Ciccio che insidiava la ragazza dell'ingrugnito che ci aveva superato precedentemente, ci apprestiamo a proseguire la gita, imbocchiamo la strada direttissima per il Monte Grona lasciando il passaggio per la Forcoletta per il ritorno.
L'attacco è tranquillo, poi piano piano il sentiero si fa sempre più duro, arriviamo ad uno spalto di roccia da dove, spettacolare, si gode all'improvviso la vista del Lago Ceresio,
bellissimo, da un lato il Lario
e dall'altro il Ceresio, uno spettacolo impareggiabile.
Per fortuna il panorama che ci tira su il morale, la strada è sempre più in 'piedi' con alcuni passaggi impegnativi fino a raggiungere un punto attrezzato con delle catene.
Ma alla fine siamo quasi in cima, ci manca solo l'ultimo pezzo, anche questo attrezzato con cavi fissati alla roccia, ma è fatta il Monte Grona (1736 m.s.l.m.) è nostro!
Sulla cima vediamo spuntare dall aparete a picco verso mezzogiorno, dei bergamaschi, ho chiestoconferma a Mario, che salivano per la ferrata CAO; io ho capito solo che si prendevano in giro a vicenda e alcuni passagi coloriti, per il resto ho dovuto attendere i sottotitoli a cura del traduttore Mario.
Comunque lasciate alle loro facezie il gruppo chiassoso di bergamaschi, ci siamo sistemati per mangiare; e qui c'è stata la divsione dei pani e dei pesci, Ciccio mi ha generosamente ceduto un pezzo di panino al 'brustel' ecologico/vegetariano ed io una pera abate, Mario era quello più attrezzato, per sua fortuna.
Foto di rito sul culmine del monte e alle prese con le corde in discesa, che spettacolo.
Prendiamo la strada per la Forcoletta, peccato che era tutta in ombra e con passaggi su stretto stadello con a sinistra un bello strapiombo, ho pensato all'amico Spatone, che con la sua 'vertigine' sarebbe di sicuro tornato indietro.
Arriviamo senza danni alla Forcoletta e poi proseguiamo raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno in direzione della graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m.
Poco prima della chiesetta scattiamo le foto storiche verso il Pian di Spagna ed il promontorio di Piona, poi ripieghiamo verso il rifugio Menaggio.
Nella discesa Mario inciampa in un sasso nascosto lungo il sentiero e ci fa prendere un bello spavento, infatti lo vediamo rotolare giù per un 5/10 metri verso valle, per fortuna in quel punto il pendio non era elevato, mannaggia che spavento!
Di buona lena raggiungiamo il rifugio, che al nostro arrivo vediamo aperto e presidiato da una sciura.
Dalla sciura veniamo a sapere che il gestore ha rinunciato e che il CAI di Menaggio, propietario dell'immobile, deve cercare un nuovo gestore.
Qui, Ciccio dimostra un animo da imprenditore, chiedendo informazioni sull'applato, chissà cosa avrà in mente!
Il tempo passa, è ora di rientrare, riempiamo le borracce presso la fonanella e riprendiamo la strada del ritorno.
In poco tempo raggiungiamo l'auto e partiamo per una breve visita di Menaggio e poi via per Milano!
Dimenticavo, Ciccio aveva intenzione di rilevare la gestione del rifugio, ma , alla stesura del menù, ci siamo accorti che qualcosa non avrebbe funzionato:
Minestra vegetariana
Brustel di soia
Pizzoccheri all'olio
poi , per gentile concessione:
Alici marinate
Alici fritte
Insalata di seppie
Fritturina dell'Adriatico
(questo, perchè a mia insaputa, mi ero trovato abile ed arruaolto nell'impresa!!!)
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APPROFONDIMENTI
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BREVE STORIA DELL'ESTATE DI SAN MARTINO San Martino di Tours Vescovo
11 novembre
Sabaria (ora Szombathely, Ungheria), 316-317 - Candes (Indre-et-Loire, Francia), 8 novembre 397
Secondo la tradizione avrebbe dato prova della sua carità e anche per il prossimo tagliando in due il suo mantello e donandone metà ad un povero. Si ritirò a Ligugé, presso Portiers, dove con un gruppo di discepoli, fondò il primo monastero, divenendo presto famoso in tutta la Gallia. Eletto vescovo di Tours (371), diffuse il cristianesimo in tutta la Gallia occidentale. Martino fu uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale; centinaia di parrocchie e di comuni presero il suo nome. E anche considerato il patrono dei soldati. Lottò con energia contro le eresie, l’idolatria e la supremazia.
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ANTOLOGIA LETTERARIA
San Martino
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.
(Giosuè Carducci 19° secolo)
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FERRATA C.A.O.
La Via Ferrata, è ottimamente attrezzata ed è stata realizzata nel 1985 dal C.A.O. e dal C.A.I. Menaggio.
Si tratta di un percorso sicuro poiché si svolge per buona parte in cresta e, quindi, al riparo da cadute di pietre. Si consiglia tuttavia di munirsi di casco protettivo e di fare attenzione alla presenza sulla via di altri alpinisti.
Dislivello: 356 m
Difficoltà : occorre un minimo di esperienza arrampicatoria e buona pratica nell'uso degli attrezzi alpinistici
Tempo: 2 ore circa
Attrezzatura: set da ferrata, imbragatura, moschettoni a ghiera, qualche cordino, casco.
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PICCOLI ESCURSIONISTI CRESCONO
11 Novembre: Breglia - Rifugio Menaggio, Monte Grona.
Appuntamento: 08:30 sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ ( x adesioni mail al ‘GRANDE CHENIO’)
Andata: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Pranzo: Presso il Rifugio ( portare un panino per ogni evenienza )
Al Rifugio si trova la possibilità di ristoro ed alloggio; aperto tutto l’anno sabato e domenica e da metà giugno a metà settembre giornaliero; altri giorni su richiesta tel.034437282 tel. gestore 3337115501
Difficoltà: facile circa 1-2 ore al rifugio più 2 ore fino alla vetta. Dislivello: 384 m fino al rifugio Menaggio, più altri 356 fino alla vetta
Programma di massima:
Da Breglia ( 996 m, 6 km da Menaggio) al Rifugio Menaggio, ed eventualmente escursione al Monte Grona. Visita a Menaggio con passeggiata sul lungo lago.
Il Rifugio Menaggio (1400 m) si trova ai piedi del versante sud del Monte Grona (1736 m); vi si gode una spettacolare vista del Lago di Como e delle montagne circostanti.. Dal Rifugio ci sono tante possibilità di escursioni sulle Prealpi ed è anche punto di partenza dell' "Alta Via del Lario", un percorso di trekking in alta quota di 3/4 giorni. Al Rifugio si trova la possibilità di ristoro ed alloggio; aperto tutto l’anno sabato e domenica e da metà giugno a metà settembre giornaliero; altri giorni su richiesta tel.034437282 tel. gestore 3337115501.
Percorso:
Da Menaggio si segue la statale della Val Solda (Porlezza-Lugano) per circa l km; al primo bivio si volge a destra seguendo le indicazioni per Plesio. Da qui si prosegue lambendo lo stabilimento di produzione dell'acqua minerale Chiarella per giungere, poco dopo, alle bella frazione di Breglia annidata in una splendida conca prativa (circa 3 Km dal bivio).
Poco prima della chiesa del paese (cartello indicatore), una stradicciola asfaltata sale verso sinistra raggiungendo, dopo circa 3 Km, le case dei Monti di Breglia 996 m, ove è opportuno lasciare l'auto. Infatti, la carrareccia prosegue ora, accidentata, stretta e poi non più asfaltata.
Si segue la strada per un primo tratto finché un cartello indicatore non segnala il sentiero per il rifugio. Si prende, allora, a sinistra sulla mulattiera che dopo aver lambito di nuovo la strada presso un tornante continua a tornanti fra spazi erbosi e rado bosco di betulle. A quota 1120 m, presso una zona di rimboschimento cintata, il percorso si divide. Seguendo una delle due diramazioni, si giunge al rifugio. A nostro parere è più consigliabile il percorso alto, quello di destra, che è assai più panoramico. Si sale ancora lungamente con parecchi tornanti finché ha inizio un lunghissimo tratto a mezza costa che, dopo aver traversato la Val Pessina, raggiunge il panoramico dosso erboso dove sorge il rifugio già visibile da lontano.
Per giungere in vetta dal rifugio vi sono tre possibilità:
a) Seguire il sentiero che sale ripido, tagliando i prati in direzione Nord. Tralasciando a sinistra la deviazione più diretta per la Forcoletta, si può proseguire raggiungendo la cresta che collega il Monte Grona al Bregagno presso la graziosa chiesetta di S. Amate, che sorge sull'omonima sella, a 1612 m. Da qui si volge a Sud percorrendo il sentiero che segue la cresta tenendosi sul suo lato occidentale per raggiungere la sella della Forcoletta. Da qui, proseguendo su buona traccia, risalire il crinale Nord-est del Grona fino alla sua vetta settentrionale dalla quale ci si abbassa brevemente all'ampia sella erbosa ove giunge il sentiero della "Direttissima" (vedi itinerario b) per poi salire (breve corda fissa metallica) alla piatta, ampia e rocciosa sommità principale.
b) Seguire il ripido sentiero che dal rifugio sale in direzione Nord-ovest e, dopo aver lambito alcuni roccioni, entra in un grande ed erto canalone di erbe e detriti. Per traccia ripidissima, scavalcando due volte lo sperone Sud-est del Grona percorso dalla Via Ferrata, si giunge in cima al canalone, sull'ampia sella posta fra la vetta principale e quella settentrionale.
c) Seguire le indicazioni del sentiero "panoramico" che, oltrepassato l'attacco della "Via Ferrata", sale gradualmente compiendo un arco di cerchio in senso orario per poi ritrovarsi sotto la cima principale con gli altri percorsi.
Approfondimenti
Il monte Grona: un panorama mozzafiato. Montagna dai fianchi dirupati che si alza fra la Val Sangra e il Lago di Como a Nord nord-ovest di Menaggio... Il panorama è magnifico, uno dei migliori delle Prealpi". In questo modo si esprime Silvio Saglio nella rarissima edizione dedicata alle Prealpi Comasche - Varesine - Bergamasche della celebre collana CAI-TCI "Guide dei Monti d'Italia". Il giudizio risale al 1948, ma nulla è cambiato, rispetto ad allora, sul Monte Grona, se si eccettua la presenza di un ottimo e confortevole rifugio ai suoi piedi e la realizzazione di una via ferrata sul suo sperone Sud-est. La neve, che ricopre ancora le vette delle cime retiche ed orobiche, non lascia troppe speranze di fare escursioni in queste zone: pertanto ecco la decisione di scegliere, per il mese di maggio, la magnifica gita al Monte Grona. La nostra montagna emerge, a mo' di scoglio roccioso biancheggiante, al termine della lunga dorsale Sud del Monte Bregagno ed è ben visibile a chi percorra la sponda orientale del Lario. Le rocce calcaree che la compongono vanno ad appoggiarsi, a Nord, alle rocce cristalline del Bregagno presso il valico della Forcoletta, toccato dal nostro itinerario di discesa. Il versante Sud e Sud-est è formato da una serie di speroni, e torrioni, separati fra loro da fratture e canali più o meno vasti. Il tutto entra a far parte della "linea del Grona", vasta unità tettonica di rocce sedimentarie che, con una serie di archi convessi, parte dal Luganese per giungere al Lago di Como. La gita proposta può essere comodamente spezzata in due parti con pernottamento al rifugio; tuttavia ci sentiamo di consigliare, in ogni caso, il piccolo sforzo aggiuntivo di raggiungere la vetta, sia pure dal sentiero che passa per la Forcoletta, perché il panorama che si gode dalla sommità e quanto di più vasto ed interessante si possa immaginare. Lo sguardo spazia libero a 360° dalla Pianura Padana ai dolci bacini lacustri del Lario e del Ceresio, si spinge a Nord abbracciando tutte le Alpi, dal Monte Rosa al Vallese, dalla Mesolcina alle Alpi Retiche, per poi scendere di nuovo a mezzogiorno passando per l'imponente piramide del Monte Legnone, l'ombroso e profondo solco della Valsassina e le vette del Grignone e della Grigna. Al ritorno dalla vetta, la sosta al Rifugio Menaggio sarà ancor più apprezzata.
Meteo: http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
http://www.menaggio.com/ita/trekking_rifugio.php
http://www.popso.it/selettore.php?idCat=124&idGer=9&idRec=517&cdOp=estrazioneGerarchiaContenuto
Appunti di viaggio: Da Villa Chiavenna al Malinone
arrivo a Chiavenna e da lì a Villa Chiavenna, dal finestrino il paesaggio ci riserva piacevoli visioni
Chiediamo informazioni ai soliti vecchietti della domenica messi li apposta che ci mandano in Svizzera poi precisato che siamo li per fare Trekking ci danno della informazioni utili ma che ignoriamo. Proseguendo verso il confine elvetico troviamo un cartello che indica il percorso per il Malinone e quindi senza esitare parcheggiamo. Dopo un po’ di discussioni sul da farsi chiediamo info ad un abitante del luogo che ci conferma la strada avvisandoci però che ‘le dura’. Troviamo l’imbocco del sentiero e inizia la salita subito tosta, più che interminabile mulattiera ci troviamo davanti gli interminabili gradoni.
Qualche centinaia di gradoni dopo giungiamo a un ponticello in legno su un ruscello a da li la salita è meno impegnativa. Il paesaggio comincia a cambiare, incontriamo i primi alpeggi con le caratteristiche stalle in pietra.
Arriviamo all'alpeggio che ospita la tanto declamata da Chenio, "Caserma della Guardia di Finanza" e li ci dedichiamo alle foto di rito ignorando sotto i nostri occhi i segnavia che ci indicano di salire ancora.Proseguiamo invece orizzontalmente e solo dopo che Chenio leggendo in continuazione le indicazioni continuava a sbraitare e scuotere le testa decidiamo di tornare indietro. Per fortuna ci vengono incontro 2 persone, un uomo con un ragazzo che benché svizzeri ci indicano la strada. Si sale ancora e sempre gradoni, arriviamo ad un'altro alpeggio disturbandone i leggittimi abitantanti.
Qui ancora una volta non vediamo i segnavia e ci ritroviamo in un vicolo cieco, proviamo a destra poi a sinistra, niente, torniamo indietro dove ci accorgiamo da soli del maledetto segno. Si sale ancora, i nostri errori ci hanno fatto bruciare quasi un'ora di tempo per cui dopo altri gradoni siamo stanchi e affamati incontriamo altre piccole casette in pietra e decidiamo quindi di fermarci e mangiare.
La discesa e rapida e questa volta non abbiamo problemi a trovare la strada. Poco prima del parcheggio ritroviamo 'Tigre' il micio del tizio che ci dato informazioni all'inizio del percorso
Prendiamo la macchina e andiamo in direzione della Svizzera, giungiamo alla vecchia dogana dove si vede la vecchia strada lungo il confine chiusa ( è stata realizzata una nuova dogana poco + in basso)
e da qui parte un sentiero probabilmente più agevole sempre per il Malinone, sentiero che i 2 vecchietti la mattina ci hanno indicato e che noi abbiamo ignorato. Ritorno con traffico difficoltoso e con un suggestivo tramonto vista tangenziale ...
21 Ottobre : L’interminabile mulattiera - Villa di Chiavenna, Frazione Dogana – Val Bregaglia Malinone
Appuntamento: Sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ alle ore 08:30 ( x info mail al ‘GRANDE CHENIO’ )
Andata: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Pranzo: Al sacco
Difficoltà: E (Escursionistica) - sentiero facile ma con un consistente dislivello: 1300 m circa
Tempo di Percorrenza: 3-4 ore
Itinerario:
La partenza del sentiero è poco visibile e si trova sulla destra di un fienile dalle pareti superiori in legno nei cui pressi si trova anche una fontana (cartellino indicatore). Si entra nel viottolo che fiancheggia, a destra, il fienile oppure si prende la stradina che aggira l'edifico, a sinistra, portandosi a monte di esso sotto una minuscola parete rocciosa. Si piega a destra e, dopo un breve tratto, inizia il sentiero che lambendo un prato entra nel bosco e poco dopo sbuca presso le graziose abitazioni di Pian Quartino. A questo punto il percorso inizia ad inerpicarsi sulle ripide pareti della montagna fra roccioni affioranti e boschi, Una interminabile serie di gradini ottenuti da lastre di pietra, a volte enormi, permette di guadagnare quota velocemente. Verso Est si apre la Val Bregaglia ed è ben visibile di fronte a noi l'abitato di Soglio. La lunga ginnastica termina sul ridente e verdeggiante spalto di Somasaccia 1029 m, occupato da vecchie baite e fienili con qualche concessione alla modernità che, forse, si poteva evitare. Prendendo a destra (cartelli) si raggiunge una baita al limite superiore dei prati e si rientra nel bosco per poi tornare allo scoperto sullo spalto prativo dove sorge una vecchia caserma della Guardia di Finanza. Fiancheggiata la caserma la si aggira a monte e si obliqua a sinistra lambendo le costruzioni, praticamente gemelle, di due fienili. Poco oltre si devia ancora a destra (indicazioni su una roccia affiorante dal prato) e, poco dopo, si sbuca sui prati di Ragone 1294 m. Il sentiero piega a destra, poi passa fra alcune baite semi diroccate e riprende ripido alle loro spalle obliquando dapprima verso Est. Con una serie di tornanti si raggiunge un'altra baita dalla quale la salita continua diretta ripidissima (il sentiero originale compie alcuni larghi tornanti, ma è parzialmente invaso dalla vegetazione) fino ad una grossa betulla. Un'altra serie di gradini porta ai margini inferiori dei prati di Preginal che si tagliano con un lungo diagonale verso sinistra per entrare nel bosco dove cominciano a comparire i primi abeti. Questo tratto termina con una magnifica gradinata di grandi lastre lapidee che porta ad un altro spazio prativo con alcune baite, da dove si piega nuovamente a destra lungo la massima pendenza. Si rientra nel bosco e, con ripido tracciato, si guadagna quota mentre in alto, molto in alto, compaiono le ordinate baite di Sciucco. Poco dopo s'incontra un bivio in corrispondenza del quale si deve deviare a destra e, sempre con ripidissimo tracciato, si prosegue fino al limite inferiore dei prato di Malinone. Ancora un piccolo sforzo ed eccoci fra le baite di questo grande alpeggio in buona parte abbandonato. Dalle baite, deviando a destra, si raggiunge in breve un bel poggio panoramico da dove si gode una splendida vista sulla Val Bregaglia e sul gruppo Badile-Cengalo.
Per il ritorno consigliamo di prendere il sentiero che, da Malinone, taglia in piano fino al vicino gruppo di baite di Sciucco dopo aver traversato un valloncello con acqua. Da qui si scende verso destra tornando al bivio lasciato in precedenza.
http://www.popso.it/selettore.php?idCat=127&idGer=9&idRec=3125&cdOp=estrazioneGerarchiaContenuto
Meteo:
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
14 Ottobre 2007 - Da Canzo a Civate
7 Ottobre 2007 - Appunti di Viaggio: Alta Via Lariana
20071007_m |
Per questa volta dovete portare pazienza, e per ben due motivi:
1. il capo blog si e' dato alla macchia, per cui per la prima volta pubblico io gli appunti di viaggio.
2. non ho partecipato alla gita!
E ora veniamo alla cronaca della giornata (a cura del Grande Chenio).
Domenica 20071007
Andiamo per ordine, escursione organizzata un po' all'ultimo momento, ma tutto sommato riuscita bene! Recuperiamo una proposta di trek su internet e partiamo per l'avventura.Treno delle Nord e battello.
La giornata incomincia in un modo strano, alla biglietteria di Cadorna chiediamo il biglietto Milano - Moltrasio A/R; la cassiera risponde laconica: 'Non lo raggiungiamo'. Ciccio, ripete, Milano - Moltrasio A/R, nel senso Treno fino a Como e battello per Moltrasio. La cassiera risponde laconica: 'Allora dovete andare a Como!' Ciccio, qui perde le staffe.
Apro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Chiudo la parente.
Dopo una discussione di 10' con la cassiera con Ciccio che le spiega il regolamento delle Ferrovie Nord e tutte le combinazioni di biglietti che abbiamo richiesto negli ultimi due anni, decidiamo di fare il biglietto A/R per Como e di acquistare il biglietto per il battello all'imbarcadero di Como!A Bovisa, troviamo Ilmioamicochiassoso e Antonelladilorenzo che si aggiungono a noi, a questo punto siamo al completo.
Devo dire, per onere di cronaca, che Rosa alle 07:15 ha dato forfait accusando un mal di schiena, quindi lei e Pablo non saranno della partita.All'imbarcadero troviamo un gruppo di 15/20 persone con tanto di guida che prendono il battello per Torno, il gruppo è vario e chiedo alla guida il loro itinerario: Torno, Palanzone,Pognana Lario. Lo memorizzo, potrebbe tornarci utile per un prossimo futuro. Durante la navigazione Ciccio si studia l'orario della Navigazione Governativa Laghi, e commenta e ci domanda quale dovrebbe essere la differnza tra battello, traghetto e servizio veloce. Alla fine decidiamo che sul lago ci sono battellitraghettinatantinavette che effettuano il servizio di navigazione e che non c'è nessun legame tra corse,natanti ed orari. Secondo me è più facile per Prodi mettere d'accordo la sua coalizione che risolvere questo quesito!
Riapro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Richiudo la parente.
Arriviamo a Moltrasio, appena sbarcati scorgiamo un bellissimo bar fornito di splendide torte, qualcuno ne approfitta a mani basse, ed ho detto tutto!Studiamo una cartina e partiamo per la gita. In modo abbastanza facile troviamo la nostra mulattiera e la percorriamo senza intoppi fino al cimitero di Urio da dove inizia la salita, ciumbia come la rampa!Si sale piano piano, ma alla fine raggiungiamo il bel paese di Monti di Urio, molto carino ed ordinato e in lontananza ne vediamo un altro di cui non sappiamo il nome, lavoro per Ciccio e Google earth (http://earth.google.com/intl/it/).
Chiediamo ad un 'indigeno' la strada ed il tempo per il Rifugio Bugone (http://www.sistemalagodicomo.it/rifugi.php?id=1), che Ciccio ed io conosciamo bene, e riprendiamo senza indugio il percorso, molto bello in questo tratto, si passa un prestigioso castagneto secolare, poi si riprende la salita con la mulattiera. Giungiamo alla fine al rifugio Bugone, che delusione, è chiuso, i gestori sono a Rovenna per una sagra, peccato già mi prefiguravo il mezzo di rosso e torta di mele come dessert, sarà per la prossima volta. Consumiamo il pranzo al sacco sui tavolini con vista lago, nel periodo di sosta siamo raggiunti da due distinti gruppi di MTB tutti e due forti di sette unità, tutti formati da persone di lingua tedesca e con presenze sia femminili che maschili, questi svizzeri sono di un'altra razza!Scattiamo delle foto al panorama e nel frattempo si avvicina una Losanna con annesso ragazzo di lingua tedesca, che cortesemente ci chiede se voglimao una foto di gruppo, e velocemente ce la scatta. Pensierino, rideva come launzinker in striscia la notizia e redarguiva il fidanzatodi linguatedesca come una napoletana, ormai le donne si sono proprio emancipate! Dopo queste considerazioni spicciole riprendo il racconto e chiudo il pensierino. Piccolo consulto se prendere la mulattiera sotto iò faggio oppure seguire le indicazioni prese su internet, alla fine decidiamo per la seconda ipotesi. Si scende per la mulattiera, ripassiamo presso il castagneto e poi prendiamo per il borgo di Monti Liscione, del tutto simile al gruppo di case attraversate in salita.
La mulattiera ci porta a Moltrasio in breve tempo senza scossoni, al paese veniamo fermati da un moltrasino che in breve ci attacca un bottone raccontandoci tutte le sue attività e la sua organizzazione giornaliera, cogliamo l'occasione per chiedere informazioni sul clima e sulle attività lavorative di Moltrasio, l'unica cosa che dimentichiamo è quella di chiedere se ci siano case/appartamenti in vendita, il posto è veramente bello. Caffè di mezzo pomeriggio e poi bivacchiamo nella sala di attesa dell'imbarcadero, dove Ciccio si studia tutto il prospetto prezzi della Navigazione Governativa Laghi, noi abbiamo dei mancamenti e dei giramenti di testa, ripeto quanto detto supra.
Triapro una parente: devo dire che da qualche settimana Ciccio manifesta strani comportamenti, o è innamorato o al lavoro lo fanno disperare, vedremo in seguito!Trichiudo la parente.
Viaggio tranquillo sul battello/traghetto/natante/zattera/barca fino a Como, dove all'ingresso del Porto rischiamo di speronare un pedalò, per fortuna lo schiviamo, tutto va per il meglio.Scendiamo a terra e ci gingilliamo per Como, poi stazione e viaggio di ritorno per Milano.Tutto sommato una bella gita, a mio avviso congiungerei in un giorno le due effettuate precedentemente e per la precisone:partendo da Cernobbio (vedi http://egctc.blogspot.com/2007/09/appunti-di-viaggio-cernobbio-cernobbio.html ), tappa al Rifugio Bugone e poi discesa per Moltrasio (vedi http://egctc.blogspot.com/2007/10/7-ottobre-trekking-moltrasio-monti-di.html), sarà per un'altra volta.
7 Ottobre: Trekking Moltrasio, Monti di Urio, Monti di Liscione sull'Alta Via dei Monti Lariani
Andata:
Treno - Milano 09:00 Como 09:55
Battello - Como 10:15 Moltrasio 10:39
Ritorno:
Battello Moltrasio 17:39 18.09 18.18 Como 18.08 18.30 18.42
Treno Como - Milano
18:16 19:19
18:46 19:49
19:16 20:19
19:46 20:49
20:16 21:19
Vitto: Pranzo al sacco con i propri viveri, a meno che Rosa non trovi rifugi etc.
Difficoltà: Facile e fattibile tutto l'anno, tempo totale di cammino: 3 ore in tutto, dislivello complessivo: circa 500 m.:
Una volta a Montrasio sul lato opposto della farmacia ecco la scalinata che inizia la salita. Superiamo la piazza di Tosnacco e al bivio prendiamo a destra: indicazione strada panoramica per Urio e Carate . Comoda pianeggiante strada pedonale lastricata. Dieci minuti e arriviamo al cimiterino di Carate Urio. Qui a sinistra bella mulattiera subito in ripida pendenza, ma proprio ripida. Porta ai Monti di Urio, prendiamola. Il sentiero si affaccia su un vallone piuttosto angusto (valle di Urio) e sopra le nostre teste si deliena sul crinale la minuscola sagoma rettangolare del Rifugio Murelli, sembra già a portata di mano, ma è un inganno della prospettiva. Tutt'intorno campetti terrazzati, ora invasi dal bosco e muretti in rovina, segni del tempo in cui tutti questi monti erano fittamente coltivati. Siamo in vista del piccolo borgo dei Monti di Urio. Graziose baite rimesse a posto, vista spettacolare sul lago. Nel centro del paese freccia indicante 'sentiero non facile per i Monti di Carate': lasciamo perdere; qualche metro più avanti altra piazzettina con cabina telefonica: a destra freccia per Rifugio Murelli, a sinistra Rifugio Bugone / Monti Liscione / fonte. Finalmente si cammina in piano, maestosi i castagni secolari, ma spogli, dovremo tornare in primavera. Eccoci al borgo di Liscione (altitudine 700). Mi piace tantissimo questo villaggio, anche in una giornata come questa. Inizia la discesa per Moltrasio, stiamo facendo in pratica un percorso ad anello; la mulattiera va giù giù giù (foto 4), un tornante dopo l'altro, se prima ansimavo adesso sono le gambe e le ginocchia a faticare. Ai lati discrete formelle in terracotta scandiscono le diverse stazioni della via crucis.
Meteo
Stato del cielo: su tutta la regione irregolarmente nuvoloso con annuvolamenti più probabili su alta pianura e Prealpi. Dal pomeriggio nuvolosità in generale diminuzione.
Precipitazioni: fino al mattino deboli residue sui rilievi prealpini.
Temperature: minime in leggero calo, massime sazionarie o in leggero calo. In pianura minime intorno a 12 °C, massime intorno a 21 °C.
Zero termico: a circa 3300 metri, in leggera risalita fino a 3500 metri.
Venti: in pianura deboli di direzione variabile. In montagna deboli o moderati settentrionali, in attenuazione.
Altri fenomeni: nella notte e al primo mattino possibili banchi di nebbia su pianura e fondivalle
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
http://www.passolento.it/schede_gite/carate.htm
Appunti di viaggio: Bassa Val Codera
Un piccolo antefatto.
Dovete sapere che qualche tempo fa, avevo chiesto qualche suggerimento per delle gite trekking al mio amico 'Angelolinsubrico'.
I suoi preziosi consigli, gite con levata alle 5,30 e con almeno 2000 metri di dislivello o a 200/300 km da Milano, sono state riposte nel profondo dei nostri cuoricini.
Il suggerimento, più vicino alle nostre specifiche, è stato quello della Val Codera, che decidiamo di affrontare.
Chiaramente il percorso da noi selezionato, Bassa Val Codera, non incontra l'approvazione di 'Angelolinsubrico', che esprime tutto il suo disappunto in una mail dai contenuti forti!
Ma non importa, si parte!
Sono pronto all'appuntamento, la strada è bagnata per una pioggerellina notturna, ma non trovo nessun messaggio sul cellulare, allora si parte davvero!
All'ora prevista, ci siamo tutti, Mario, Lorimer e Ciccio, prendiamo posto sulla Trek Mobile e via per l'avventura, alla faccia di 'Angelolinsubrico'!
Viaggio tranquillo, lungo la strada finalmente Ciccio vede il treno delle 8,15 che parte dalla Centrale per Sondrio, una piacevole scoperta!
Bene, caffè al bar di Novate Mezzola, i tavolini sono tutti occupati da pensionati che chiacchierano amabilmente, che civiltà!
Dopo alcuni giri troviamo il parcheggio e partiamo per la gita.
Tutto procede bene, anzi benissimo, finalmente, per la prima volta in tutte queste gite, raggiungiamo e superiamo due gruppi di persone che erano partite prima di noi, non era mai successo, di solito accadeva sempre il contrario.
Devo dire che la complimentosa del rifugio Bugone, aveva visto giusto.
vedi http://egctc.blogspot.com/2007/09/appunti-di-viaggio-cernobbio-cernobbio.html
Con tranquillità raggiungiamo il paese di Codera, sono giusto le 12:30, siamo molto indecisi se mangiare i nostri panini o visitare il rifugio presente nel paese; per curiosità decidiamo di recarci al rifugio e di vedere come è.
Appena entrati, il gestore, senza attendere nostre domande esclama: 'Pizzoccheri o Polenta', e noi 'Quattro pizzoccheri'.
Alla faccia di 'Angelolinsubrico'!
Dopo di noi arrivano diversi gruppi ed il rifugio si riempie, giungono anche i due gruppi che avevamo superato in precedanza.
Mangiamo allegramente i pizzoccheri e beviamo il vino, anche qui un altro aneddoto, il gestore ci chiede se volevamo mezzo litro, e noi si risponde :' un litro, mica siamo minorenni'.
Che volete, l'aria di montagna ci rende spiritosi!
Dopo il pranzo riprendiamo la gita, il tempo cambia e fa capolino un bel sole caldo che ci accompagna per il restante percorso effettuato tutto su di una splendida mulattiera che segue il fianco della montagna. La mulattiera è costruita tutta con muretti a secco di ottima ingegneria montana, una meraviglia; inoltre incontriamo due ponti in pietra di splendida fattura, il mio amico geometra sarebbe stato contento.
Alla fine arriviamo a San Giorgio, bellissimo paese sulla sommità del colle sopra Novate Mezzola, in splendida posizione panoramica, abbiamo scattato delle foto, speriamo che il capo/redattore/blog/maximo le riesca ad inserire.
Discesa su mulattiera e finalmente arriviamo al parcheggio per riprendere l'auto.
Viaggio di ritorno nella norma, Ciccio si addormenta a Colico per svegliarsi in Viale Scarampo, che vi devo dire, nessuna novità.
Adesso attendo i commenti!
ciao
P.S.- Abbiamo incontrato Elettra, ma questa è un'altra storia
Chenio
20070930_v |
30 Settembre: La bassa Val Codera
( x info mail al ‘GRANDE CHENIO’ )
Andata: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con Mario
Pranzo: Al sacco, possibilità di frasca o caffè c/o a Codera: Osteria Alpina
Difficoltà: facile, circa 4 ore e 30 di cammino, dislivello: 600 m. circa, da Novate Mezzola (212 m.) a Codera ( 815 m.)
Programma di massima:
L'itinerario descritto è un anello che partendo da Novate Mezzola (frazione Mezzolpiano) porta in circa 2 ore e 30' a Codera, passa quindi sull'altro versante della valle per arrivare al villaggio San Giorgio e scendere poi al punto di partenza; in tutto circa 4 ore e 30' di cammino (più le eventuali soste). A Novate Mezzola si arriva in treno sulla linea Lecco/Colico/Chiavenna oppure in auto per la SS36 da Lecco. In tutti i casi dal paese bisogna portarsi alla frazione Mezzolpiano da cui parte il sentiero vero e proprio (dalla statale vedrete i vari segnavia del CAI che indicano i sentieri).
Il percorso: l'ampia mulattiera gradinata inizia subito a salire a tornanti, arrampicandosi con decisione sul pendio che stringe l'imbocco della valle e quasi la nasconde allo sguardo di chi proviene dal lago. E' la prima ora di cammino la più faticosa perchè si sale costantemente. Superato l'iniziale dislivello di circa 3-400 m. il sentiero prosegue più agevolmente con tranquilli numerosi saliscendi. Senza possibilità di sbagliare si avvistano le prime case di Codera dopo circa 2 ore e 30' (andando piano). Questo grazioso simpatico villaggio è forse l'unico in Lombardia che, pur non avendo collegamenti con la pianura (tramite strade o funivie), non si è ancora del tutto spopolato. Il lungo contrasto che ha opposto due opposte fazioni (coloro che volevano la strada e quelli che privilegiavano la salvaguardia dell'integrità della valle e delle sue peculiarità) non si è ancora risolto e resta aperto il problema di come mantenere in vita la valle pur rispettando il suo valore ambientale e umano. A Codera è attiva una piccola comunità, animata dalla Associazione degli Amici della Val Codera, che dà vita a numerose iniziative finalizzate a stimolare l'interesse per questa zona e sviluppare un turismo escursionistico consapevole e non di massa. Il piccolo e ben organizzato Museo Etnografico di Codera ricostruisce gli attrezzi e gli ambienti della vita quotidiana e dell'economia del passato. Per secoli l'attività economica principale è stata l'estrazione e la lavorazione della pietra: il picco più alto si raggiunse tra la fine dell'800 e i due decenni tra le guerre mondiali, arrivando a impiegare fino a 700 addetti nelle diverse cave; nel secondo dopoguerra l'uso del granito andò declinando a favore di materiali più economici e le cave chiusero causando il graduale spopolamento del paese nel corso degli anni '70. Resistono ancora però alcuni abitanti che risiedono a Codera quasi stabilmente, inoltre la locanda è aperta tutto l'anno. E' piacevole fare sosta pranzo a Codera e godersi la suggestione di questo piccolo borgo pensando che solo fino a pochi anni fa vi si svolgeva un tipo di vita, che ora ci sembra lontana anni luce.
Per proseguire nell'itinerario dovremo prendere il sentiero che dal paese scende al torrente Codera e l'attraversa; nel percorso verso San Giorgio alcuni punti sono veramente suggestivi: dove ad esempio il sentiero è incuneato sotto le rocce (foto nr.3) o dove passa sugli splendidi ponti in pietra (foto nr.4). Si oltrepassano diverse baite fino ad arrivare in meno di 2 ore nel bel villaggio di San Giorgio che appare placidamente adagiato su un ampia sella erbosa sottostante il monte Provinaccio. Le armoniose case di pietra sono ora per lo più seconde case di gente che abita a Novate Mezzola, e nell'insieme si nota la cura con cui sono state restaurate e il desiderio di salvaguardare la semplice bellezza di questo antico borgo. Una curiosità: presso il cimitero si trovano due notevoli massi avelli risalenti probabilmente al periodo romano (vedi sotto nota di approfondimento). La discesa al punto di partenza si effettua in circa 1 ora.
In Val Codera sono possibili numerosi altri itinerari che la percorrono in tutta la sua notevole lunghezza (fino al Rifugio Brasca) in un paesaggio che proseguendo si fa sempre più alpino.
Meteo:
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
Stato del cielo: sino alle 12 nuvolosità irregolare ed alta ovunque, con qualche addensamento su Appennino ed Alpi. Poi rapida attenuazione sino ad avere cielo poco nuvoloso ovunque dal tardo pomeriggio.
Precipitazioni: deboli isolate al mattino su Appennino.
Temperature: minime e massime in aumento.
Zero termico: in risalita nel corso della giornata sino a 3100 metri.
Venti: in pianura deboli variabili. In montagna moderati da sudovest al mattino, in indebolimento e rotazione da ovest nel pomeriggio.
Links utili:
http://www.passolento.it/schede_gite/codera.htm
http://www.popso.it/selettore.php?idCat=127&idGer=9&idRec=90&cdOp=estrazioneGerarchiaContenutohttp://www.popso.it/selettore.php?idCat=127&idGer=9&idRec=90&cdOp=estrazioneGerarchiaContenuto
http://www.valcodera.org (Associazione Amici della Val Codera )