Appunti di viaggio: Monte San Giorgio (CH). Il monte dei fossili

Questa volta non ho avuto il tempo di compilare i soliti appunti. Dirò brevemente che è stata una bella uscita, vi rimando alle foto ... Nota divertente, un vecchietto della brianza che urlava talmente forte da farsi sentire fino a valle, come diceva lui Monte San Giorgio è un 'bene dell'umanità' ..... http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_San_Giorgio

insieme al 'trekking' abbiamo onorato anche il 'Culturale' con visita al museo dei fossili di Meride

Monte San Giorgio (CH)

29 Luglio: Monte San Giorgio (CH). Il monte dei fossili

Per adesioni e info spedire mail al ‘GRANDE CHENIO’

Appuntamento: Sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ alle 08:15

Andata: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile
Pranzo: Al sacco
Difficoltà: 4 ore e 50 min
Programma di massima:
Capolago - Riva S. Vitale - Monte San Giorgio - Meride - Riva S. Vitale - Capolago
Dislivello: circa 816 in salita
Varie: possibilità di bagno al lago a Riva S. Vitale

Nonostante che il Monte San Giorgio sia stato dichiarato dall'UNESCO nel 2003 Patrimonio mondiale dell'umanità, intorno e sul monte stesso nulla è cambiato. In questo monte si celano fossili risalenti a 240 milioni di anni fa - spesso in condizioni perfette. Importanti reperti sono esposti nel Museo dei Fossili di Meride. Per gli escursionisti invece, il Monte San Giorgio rappresenta soprattutto una stupenda montagna panoramica. A nord lo sguardo spazia sui rami del Lago di Lugano. Sullo sfondo si stagliano contro il cielo le Alpi Ticinesi. A sud lo sguardo spazia sulla pianura padana. Questa fantastica veduta a 360° bisogna però prima conquistarsela perché da qualunque lato si affronti il Monte San Giorgio la salita è sempre lunga e ripida. Lo stesso vale naturalmente per la discesa.
La prima parte dell'escursione conduce dalla stazione di Capolago a Riva S. Vitale seguendo la strada che costeggia il lago. In posizione sopraelevata, presso la Chiesa di Santa Croce visibile anche da lontano, inizia la vera e propria salita al Monte San Giorgio. Uno stretto sentiero, spesso anche molto ripido, conduce attraverso boschi di castagni fino ad una cresta. Il sentiero diventa ora quasi piano e in breve tempo si raggiunge la cima. Seguendo sempre il sentiero escursionistico in direzione di Meride, la discesa si snoda per lo più su una vecchia stradina incassata. Da Meride verso Riva S. Vitale, il sentiero si fa di nuovo più tecnico. Seguendo di nuovo la strada si raggiunge infine la stazione di Capolago.

Meteo:

Domenica da poco nuvoloso ad irregolarmente nuvoloso. Precipitazioni assenti, salvo isolati deboli rovesci nel pomeriggio sulle Alpi. Temperature minime in lieve aumento, massime stazionarie. Venti deboli, occidentali in montagna e orientali in pianura.

http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm


Meteo Svizzera:

Sole, 21/32 Gradi

http://www.meteosvizzera.admin.ch/web/it.html

Appunti di viaggio: Lago di Cama ( occhio non Como ! ) , Santa Maria della Versa, Pizzo Freddo e Casteggio

Ciao,
facciamo prima un po di chiarezza (come disse il brianzolo lungo l'Adda) !, non abbiamo fatto un unico viaggio per la tutta la Lombardia anche se la Trek-mobil di Mario è comoda e silenziosa ( ogni volta mi addormento come un bambino ).

Sabato 21 Luglio
Abbiamo onorato l'Eno e il Gastronomico che vedete nel titolo facendo una tranquilla gita nel'oltrepò pavese. Il navigatore con la voce sensuale ci regala un percorso lungo i vigneti più interni facendoci passare per tranquille e dissestate stradine. Giunti in paese cerchiamo il 'Santuario' spacciato da Canio e invece troviamo una piccola chiesetta di recente costruzione allora optiamo per la famosa pala che invece era una paletta e neanche visibile perché in restauro .... basta abbiamo girato anche troppo, andiamo a mangiare. Memori di una trattoria visitata in occasione di un giro in bici (vedi Ciclo nel titolo) raggiungiamo Pizzo Freddo, minuscola frazione di Santa Maria con il centro vitale nel nostro bar/ristorante. Mangiamo bene il servizio è buono la ragazza che ci serve è gentile ... soprattuto scopriamo un pinot nero vinificato in bianco rosè. (http://www.vinostore.it/Schedevino/lombardia72.htm)
Dopo il pasto cerchiamo le famose cantine 'La versa' che non troviamo, ma ci fermiamo invece alla cantina (http://www.ilmontu.com/), qui degustazione e primo carico di vini. Successivamente facciamo sosta alla nota cantina sociale di Casteggio (http://www.cantinacasteggio.it/) dove dopo un paio di bicchierini per scegliere il vino carichiamo due damigiane ( 15 e 12 l), una dama più altre bottiglie. Quindi con il nostro carico rientriamo a Milano, un po brilli....

Domenica 22 Luglio
partenza (in orario) per la Confederazione Elvetica, pausa caffè pochi metri prima del confine, e arrivo a Cama.
Trovato parcheggio appena pronti per partire una vecchietta del posto che intuisce che siamo diretti al lago ci consiglia di parcheggiare all'ombra proprio sotto il monte da cui parte il sentiero. Nel nuovo parcheggio troviamo già parecchie macchine e un gruppo di svizzeri con 2 cani e 2 cavalli annessi pronti a salire anche loro.


Durante la salita ci sorpassiamo più volte a vicenda con il gruppo di svizzeri che ha problemi con il fissaggio del carico, questa prima parte è molto ripida e dopo un'ora circa facciamo una pausa nei pressi di una fontana per studiare meglio il paesaggio e migliorare i rapporti internazionali ...

ancora un po di salita e il paesaggio cambia e l'aria è più fresa. La salita non è più tanto ripida ma è lunga, la fatica si fa sentire ...
durante il cammino più persone ci raggiungono e superano ( quanto camminano sti svizzeri ! ) e finalmente giungiamo alle nostra meta, senza parole ...




dopo qualche minuto per riprenderci, troviamo una panchina per mangiare ma un gruppo di svizzeri ci chiede di allontanarsi perché si erano già preparati il fuoco per il loro pranzo. Io e Mario azzanniamo i panini mentre c'è pure chi riesce a farsi il bagno ( faccio presente che siamo in un lago Alpino ). Durante la sosta al lago notiamo che ci sono tante baite, molta gente, inoltre dei mezzi meccanici per la costruzione e non siamo riusciti a capire come ce li abbiano portati ( elicottero ? ).



Dopo il pranzo momento di relax poi grazie al metodo della Nonna (pugni) ripariamo la macchina fotografica di Canio prima di tornare sui nostri passi. La discesa dura 2 ore e ci sembra impossibile essere riusciti a fare la stessa strada in salita !!!

Arriviamo al parcheggio rientro in Patria senza problemi ......

Lago di Cama ( CH )

22 Luglio: Lago di Cama ( occhio non Como ! )

Adesioni: mail al ‘GRANDE CHENIO’ o commeto a questo post
Appuntamento: Sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ alle ore 08:15
Andata:In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con la Trek Mobile pilotata da Mario
Pranzo: Al sacco
Difficoltà: E (Escursionistica) - sentiero facile ma con un consistente dislivello
Tempo di Percorrenza: circa 5 ore
Programma di massima: Cama 344 m. - località Ogreda al Lago di Cama (Val Mesolcina)
Dislivello: 935 m - da Cama (350 m.) al lago (1.237m.)

Facilmente raggiungibile in auto da Milano, la Val di Cama non è certo tra le mete più conosciute del Cantone dei Grigioni, tuttavia offre molti spunti suggestivi e forti contrasti di paesaggio.
Arriviamo in auto dall'autostrada Milano/Lugano/Bellinzona, uscita Roveredo, poi ancora qualche chilometro ed eccoci a Cama, dove lasciamo l'auto nel parcheggio regolamentare (ricordiamoci che siamo in Svizzera!). A piedi ci avviamo per la stradina che scavalca l'autostrada e dopo poche centinaia di metri, a lato della fontana, inizia il sentiero vero e proprio. L'imbocco della valle è quasi nascosto, protetto dai ripidi pendii, e la prima ora di cammino procede in salita ininterrotta. Ci si immerge in un fitto, muschioso bosco di castagni e faggi secolari e solo verso gli 800 m. il sentiero si fa più dolce e il panorama si allarga verso le massicce pareti rocciose che strapiombano sul lago Camminando con passo tranquillo ma regolare si arriva al lago in circa 3 ore: uno spettacolo improvvisamente diverso; qui si respira un'atmosfera decisamente alpina: fitti boschi di larici e conifere che si specchiano sull'acqua e grandi pratoni pianeggianti e soleggiati, ideali per il pic-nic e i giochi dei bambini. C'è anche un bel rifugio, aperto però solo nella stagione estiva: Capanna Righetti, tel +41 091 8271742. Ritorno a Cama per lo stesso sentiero, in circa 2 ore.


SECONDA DESCRIZIONE
C
ama 344 m. - località Ogreda. Si tratta di un piccolo paese della Val Mesolcina, raggiungibile da Lugano percorrendo l'autostrada del San Bernardino. Uscite più vicine: Roveredo (5 km), verso sud, e Lostallo (6,5 km), verso nord. Da Roveredo si prosegue lungo la Strada Cantonale che tiene la destra idrografica della Moesa e, superato Grono, si giunge alle porte di Cama. Appena all'ingresso del borgo, (bar sulla sinistra) si imbocca una stradina che scende verso destra e, traversata la Moesa, si porta sul versante opposto della valle, a Ogreda, dove si trova un ampio parcheggio alberato (cartelli escursionistici). Cama è pure stazione della Ferrovia Mesolcinese, linea Castione-Cama.
Si imbocca il sentiero per la Val Cama salendo ben presto lungo un castagneto mediante una serie di ripidi tornanti. Raggiunto un piccolo poggio erboso dove sorge una bianca cappelletta, si può ammirare un primo scorcio panoramico sulla Val Mesolcina. Il cammino prosegue sempre assai ripido, con grandi gradini di pietra, accompagnato da una serie di cartelli esplicativi che con poche parole spiegano i nomi delle località che man mano s'incontrano.
Se vi capita di incontrare il cartello che indica il primo punto piano del sentiero non credetegli troppo, infatti, il sollievo dura letteralmente solo pochi metri. Più avanti s'incontra una pietra con diverse incisioni riferibili a diverse epoche e poi dopo Sass Scima de Brè si entra finalmente nella soglia sospesa della valle.
Si sfila sotto le cascine di Provesc dove ha termine la salita ed inizia un lunghissimo tratto a mezza costa che tiene la destra orografica della valle. L'ambiente è austero e selvaggio, stretto fra le alte e boscose pendici della valle che si chiude quasi a canyon. Poco dopo si passa a monte di un altro minuscolo nucleo e si continua nella gola, mentre sulla destra scende la vertiginosa cascata della Fontana Fregia. In una fitta selva di faggi, abeti, maggiociondoli, betulle e ontani, proseguiamo fino a raggiungere un rado bosco di abeti che ricopre una grande pietraia. Si tratta di un ambiente quasi fiabesco, dal quale emana una sensazione accogliente ed amica. Poco dopo, il sentiero sembra andarsi a frangere su un masso, ma in realtà entra in un tunnel naturale formato da due ciclopici blocchi addossati l'un l'altro.
Il fondovalle, per quanto coperto dal bosco, appare sempre più sassoso, segno di un passato assai travagliato, scandito da grandi, periodiche alluvioni che hanno più volte devastato la valle.
In località Promegn si trova una presa per la captazione dell'acqua a scopi idroelettrici. In questa zona di grandi massi si trovano degli affioramenti di Pietra ollare che erano "coltivati" dai montanari locali per estrarre la preziosa e soffice pietra che, poi, era lavorata al tornio per ricavare recipienti, i cosiddetti laveggi.
Il piacevolissimo cammino nel maestoso bosco ci porta a traversare un torrente secondario mediante una lunga passerella. Una volta sulla sponda opposta, la prosecuzione appare un po' incerta: occorre comunque salire subito verso sinistra rimontando il sassoso sottobosco finché la traccia, comunque sempre presente, si fa unica e più marcata.
Si sale lentamente e si giunge a lambire quel che resta delle dimore di Besarden, uno dei più importanti alpeggi della valle, oggi in completo abbandono. Le mura in pietra a secco sono ormai ricoperte da un fitto strato di muschi.

Dopo questa località si prosegue nel bosco traversando qualche radura fino a sbucare sui più aperti pendii erbosi di Tambò. Rientrati nel bosco, la salita procede dolcemente passando altre località, fra le quali il Sass del Paron ove si trova una lapide che ricorda una guardia confinaria deceduta quassù.
A
ncora un ultimissimo sforzo e i quattro chilometri che separano Provesc dalla meta si concludono presso l'edificio del Rifugio Miralago che sorge a poca distanza dalle rive del Lago di Cama.
A
l lago di Cama, smeraldo celato in Mesolcina.
P
er quanto geograficamente associata al Ticino, la Valle Mesolcina, che dal Passo del San Bernardino scende quasi rettilinea verso Sud, fa parte del Canton Grigioni. Con le valli Bregaglia e Poschiavo è questa la terza area di lingua italiana dei Grigioni, a maggioranza tedescofoni.
E'
probabilmente quello che resta della grande espansione che questo potente cantone ebbe nei secoli passati e che arrivò a comprendere l'attuale provincia di Sondrio con Valtellina e Valchiavenna, quest'ultima parallela orientale alla Mesolcina. Non è forse un caso se tutte e tre le aree a lingua italiana si trovano isolate fra di loro e dalla nazione elvetica da tre importanti valichi alpini, il San Bernardino, il Maloja e il Bernina.
U
n non impossibile tunnel stradale fra Valchiavenna e Mesolcina aprirebbe un importante collegamento fra due grandi bacini imbriferi ed orografici. In linea d'aria, infatti, la distanza fra le due aree alpine è brevissima.
Anche la Mesolcina, come le vicine vallate ha un aspetto caratterizzato da alti e ripidi fianchi sui quali si affacciano molto più in alto del fondovalle, le soglie sospese di valli affluenti. Generalmente il tratto che collega queste soglie sospese alla piana di fondovalle è incisa da profonde e strette forre oppure, ove l'acqua non è riuscita a scavarsi una via, da alte cascate.
P
assando rapidi con l'auto è quasi impossibile percepire la presenza di queste valli che, per quando abbastanza piccole, sono da secoli sede di alpeggi e attività agro-pastorali.
L
a Val Cama, posta poco dopo l'imbocco e sulla sinistra orografica della Mesolcina, è forse la valle più ampia ed importante.
I
l suo spartiacque confina con la lunghissima Val Bodengo che scende verso la Val Chiavenna sboccando alle spalle di Gordona. Per quanto senza un tunnel per secoli gli abitanti dei due versanti hanno mantenuto strettissimi contatti percorrendo i sentieri che collegavano il bacino del Mera con quello della Moesa. Mese in Italia e Mesocco sul versante di là indicano nell'assonanza dei nomi un consolidato stato di collegamento che avveniva principalmente tramite il Passo della Forcola.
C
aratteristica delle due vallate è anche la tradizione dei crotti, le celebri, caratteristiche "cantine" naturali, ricavate sotto grandi blocchi di paleofrane, tant'è vero che proprio fra Cama e Bodengo si sviluppa il "Sentiero dei Crotti" recentemente segnalato e reso fruibili agli escursionisti. Il percorso utilizza la Bocchetta del Notaro, fra Bodengo e Cama, altro valico assai utilizzato. Il toponimo non è riferito ad un fantomatico notaio che esercitava sui due versanti, ma, comunque a qualcosa di simile: il "noudé" era colui che teneva la "noeda", e cioè annotava il numero dei capi di bestiame sugli alpeggi sparsi fra le due valli.
N
aturalisticamente, la Val Cama è veramente un piccolo gioiello. La sua conformazione molto particolare, stretta a profondo canyon all'inizio e poi brevemente aperta contro la serrata muraglia di vette dello spartiacque, la rendono di notevole interesse paesaggistico. Ci troveremo a passeggiare in un ambiente poco consueto, impregnato di atmosfere "diverse", dall'impressionante gioco di luci ed ombre della forra al bosco, dal torrente con le sue pozze smeraldine alla dimensione minerale delle rocce e dei grandi macigni. Chiude la rassegna il meraviglioso ed ampio Lago di Cama, gemma dai riflessi tranquilli e riposanti, inaspettata fra queste dirupate e rocciose montagne.
L
a gita si svolge su sentiero ben segnalato nel primo tratto e solo nella parte finale, a volte, il tracciato si perde un po' nel sassoso sottobosco. Tuttavia non vi sono mai reali problemi di individuazione del cammino che, con un po' d'attenzione, si riprende facilmente anche se lo si è momentaneamente perso.

http://www.passolento.it/schede_gite/cama.htm
http://www.popso.it/selettore.php?idCat=124&idGer=9&idRec=5746&cdOp=estrazioneGerarchiaContenuto

Meteo:
Domenica sino al primo pomeriggio ancora perturbato sui rilievi alpini e prealpini, con qualche rovescio e locale temporale. Poi in miglioramento. Altrove poco nuvoloso. Temperature in lieve calo. Venti in Pianura deboli variabili, in montagna moderati, dapprima da sudovest poi da ovest. Lunedì ancora instabile sui rilievi con qualche rovescio nel pomeriggio, ma prevalentemente poco nuvoloso e asciutto altrove.
http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm
http://www.ticino.ch/guardaTicino/meteo.jsp

Appunti di viaggio: Boschi ed alti pascoli in Val Morobbia

Dopo essere stato rimproverato da 'Chenio' per essere arrivato con 10 min. di ritardo ( forse ha un po di sangue svizzero nelle vene ! ) partiamo a razzo per il 'confino', ignoriamo le segnalazioni della suadente voce del navigatore e imbocchiamo l'autostrada. Arriviamo alla dogana senza problemi ( il traffico è nella direzione opposta ) qui i finanzieri probabilmente 'siculo-campani' ci ignorano pensando piuttosto alle imminenti ferie .... e poi siamo già bollino-dotati.
Dopo pochi chilometri dal 'confino' notiamo altissime barriere anti rumore ai bordi dell'autostrada e 'svizzeramente' dopo un po di tornanti da vomito arriviamo a Carena. La Svizzera è sempre la Svizzera ... ampi parcheggi gratuiti all'inizio del piccolo borgo con pulitissimi cessi a disposizione degli automobilisti, qualcuno approfitta

subito troviamo le indicazioni per il sentiero, oooo il tempo di percorrenza è preciso !!!!!

si inizia la salita, la prima ora è stata dura alcuni tratti sono al sole e inoltre siamo fuori allenamento

poi il paesaggio cambia diventando decisamente alpino è la camminata è piacevole

e qui iniziamo a raccogliere qualche souvenir

arriviamo all'Alpe Croveggia poi all'Alpe Gesero dove troviamo un rustico rifugio di proprietà della Unione Ticinese Operai Escursionisti (UTOE), poco dopo troviamo un ruscelletto dove desiniamo.

Dopo il pranzo riprendiamo il percorso, incontriamo delle trincee costruite durante la 2a guerra mondiale (anche gli svizzeri si preparano per la guerra !!! ) e qui un canton-ticinese con il quale chiacchieriamo sul luoghi, le trincee e il militare .... un'altra oretta di cammino e arriviamo a Sasso Guidàiniziamo quindi una lunga discesa, toccando il piccolo borgo di Piano Dolce dove grazie alle indicazioni di un canton-ticinese con un grosso tubo nero sulle spalle (!!!!) proseguiamo per Melirolo, ancora discesa .... due giganti con zaino e un'enorme telo sopra ci raggiungo e superano ad una velocità doppia della nostra ( avranno avuto i tendini d'acciaio ), poi finalmente arriviamo alla macchina abbastanza sfatti.
Durante il ritorno passaggio rapido alla frontiera e culmine della gita all'arrivo a casa di 'Chenio' con orgasmo della nostra guida elettronica: aarriiivoooo ....
alla prossima, degustazione dei funghi permettendo .....




15 Luglio 2007: Boschi ed alti pascoli in Val Morobbia

Appuntamento:
Sotto casa del ‘GRANDE CHENIO’ alle ore 08:15
Per adesioni spedire mail al ‘GRANDE CHENIO’

Andata: In auto, equipaggio nr 1, con Mario

Ritorno: In auto, equipaggio nr 1, con Mario

Pranzo: Al sacco

Difficoltà: circa 6 ore se fatta a passolento (3 salita + 3 discesa)

Programma di massima:
Itinerario Carena - Alpe Croveggia - Alpe Gesero - Sasso Guidà - Melirolo - Carena

Dislivello: circa 800 m: da Carena 958 m all'Alpe Gesero 1770 m

In Val Morobbia arriviamo comodamente in auto: autostrada fino all'uscita Bellinzona Sud e di qui in pochi chilometri su stretti tornanti risaliamo fino a Carena, paese da cui inizia la nostra escursione. Il paesaggio che ci offre questa valle poco frequentata è quello di una forma sinuosa e allungata, incorniciata da un fitto ventaglio di monti in stretta successione, i cui pendii scoscesi sono fittamente punteggiati da alpeggi strappati al bosco su porzioni di territorio in vertiginosa pendenza; una valle dalla ricca vegetazione che alterna, alle diverse quote, boschi misti prealpini alle macchie di larici e abeti. Geologicamente la valle si colloca all'interno di quella zona denominata 'linea insubrica', dove si incontrano e si scontrano le piattaforme continentali africana e europea, dando luogo a importanti fenomeni di geomorfismo. Il cartello collocato all'ingresso di Carena ci dice che ci troviamo nell'antica via del ferro (vedi se vuoi gli approfondimenti), collegata a Sud all'italiana Val Cavargna, tramite la Bocchetta di Sommafiume e il Motto della Tappa (o Cima Verta): sin dall'antichità in queste valli si sviluppò un'intensa attività mineraria e di lavorazione del ferro che continuò, con alterne vicende, fino ai primi decenni del XIX secolo.

Attraversiamo il tranquillo paesino disteso lungo la via principale, in fondo alla quale, accanto alla Casa della Dogana Svizzera, una palina con meticolose indicazioni (non per nulla siamo in Svizzera !) ci indirizza a sinistra, destinazione Capanna Gesero (data a 2 ore 3 45'). Cominciamo la salita sui gradini acciottolati: pochi minuti e siamo già dentro al bosco. Noci, faggi, aceri, castagni si mischiano in bella armonia lasciando spazio qua e là a piccole radure prative. L'antico sentiero, magistralmente strutturato - ecco le pietre ben disposte a gradini, dove è più necessario per agevolare il passo - a piccoli regolari tornanti arrampica senza fatica sui ripidi pendii e guadagna quota rapidamente. E' una grigia giornata di ottobre - peccato perché i primi tocchi rossi e gialli cominciano a illuminare il bosco - nuvole basse nascondono le cime mentre la nebbia si insinua tra i tronchi creando un atmosfera irreale Superiamo più di una fontana e raggiungiamo l'Alpe Croveggia in circa 1 ora e 45'(quota 1580 m). Qui una piccola baita privata, resti diroccati di una stalla e ampio prato; il panorama si fa solamente intuire nei brevi sprazzi in cui le nubi si sollevano un po', scoprendo qualche fugace frammento. Riprendiamo il cammino nel bosco che si è fatto decisamente alpino. In circa 30' arriviamo a un bivio e di qui proseguiamo nella vasta prateria raggiungendo la Capanna Gesero in circa 20' Dal terrazzo di questo rustico rifugio, di proprietà della Unione Ticinese Operai Escursionisti (UTOE), si gode un panorama splendido. Per pranzare è consigliabile prenotare perché il luogo non è abitualmente frequentato da grandi masse di escursionisti. In alternativa si può consumare il proprio picnic pagando una piccola quota.

Dopo pranzo torniamo sui nostri passi sino all'ultimo bivio (quello che avevamo superato per raggiungere il rifugio) e stavolta prendiamo a destra per il Sasso Guidà: il sentiero di srotola ora diritto lungo il costone affiancato da resti di trincee e reso più emozionante dall'ampio panorama che si apre a perdita d'occhio e dalla verticalità dei pendii che lo fiancheggiano. Al Sasso Guidà trincee e casamatta costruite durante la seconda guerra mondiale, affacciate sulla valle in posizione strategica e decisamente suggestiva. Poi inizia sul serio la discesa, in decisa pendenza ma senza pericoli. Dopo 1 ora e 20' circa di cammino (dal rifugio) siamo ai 'laghetti della costa' (1622 m), di qui seguiamo per Piano Dolce, poi a sinistra per Melirolo nel bel bosco di betulle; il sentiero si fa più esile e segue per qualche tempo le curvosità della montagna, tagliando diversi ruscelletti. Traversiamo gli ordinati borghi di Melirolo e Melera: poi le ultime poche centinaia di metri sulla strada asfaltata ed eccoci di nuovo al punto di partenza di Carena.

Meteo:
EMESSO GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2007 ALLE ORE 13
PREVISIONE PER DOMENICA 15 LUGLIO 2007

Stato del cielo: ovunque sereno o poco nuvoloso. Qualche annuvolamento pomeridiano sui rilievi occidentali.

Precipitazioni: assenti.

Temperature: minime e massime in lieve aumento. In pianura minime intorno a 21 °C, massime intorno a 33 °C.

Zero termico: a 4400 metri.

Venti: deboli variabili o a regime di brezza.

Altri fenomeni: condizioni di moderata afa già dalla mattinata.

http://www.arpalombardia.it/meteo/bollettini/bolmet.htm

http://www.ticino.ch/guardaTicino/meteo.jsp

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