14 Ottobre 2007 - Da Canzo a Civate




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Breve riassunto del fine settimana: Mario ci da forfait venerdì sera alle 20:00; febbre a 38° e mal di gola!

A quel punto siamo nelle palte, infatti la gita in programma prevedeva l'utilizzo della Trek Mobile ed il punto di partenza non è raggiungibile col treno. http://egctc.blogspot.com/2007/10/14-ottobre-linterminabile-mulattiera.html

Ci sentiamo con Ciccio, e cerchiamo di organizzare qualcosa di alternativo. Purtroppo tutti i dati relativi a gite, appunti etc li avevo memorizzati sul pc dell'ufficio, e, nemmeno a farlo apposta quello di casa in questo periodo è out. Allora, cerco di andare a memoria, e propongo questo percorso: Canzo, Monte Cornizzolo, Rifugio SEC, San Pietro al Monte,Civate. Dico a Ciccio di provare a mettere giù un percorso ma, visto che è innamorato o in ufficio lo fanno disperare, non si ricorda nulla.

Tagliamo la testa al toro e decidiamo di vederci in Cadorna alle ore 08:40 e poi via per l'avventura. All'appuntamento Ciccio si presenta col libretto dei rifugi e, come a scuola, cerca di far vedere di aver studiato qualcosa, ma con scarsi risultati. Alla fine decidiamo per la gita di cui sopra, Stazione Cadorna piena di gruppi con zainetti sulle spalle e scarponcini da trekking ai piedi, salivano su tutti i treni in partenza, gruppi verso Gemonio per castagnate e uno con tanto di suorine in testa per Canzo, da citare sul treno anche gruppi di due / quattro persone attrezzatissimi e con giornale al seguito, sembravano più pronti per andare in ufficio che a trascorrere una giornata in montagna!

Viaggio per Canzo tranquillo con cicaleccio in sottofondo e studio del nuovo 'mostro' tecnologico acquistato da Ciccio venerdì scorso. Ma di questo vi parlerà lui, prima o poi, io non dico nulla! Scendiamo a Canzo con le suorine ed una torma di ragazzini con genitori al seguito, gruppetti di vecchi e giovani escursionisiti e prendiamo la strada per il Monte Cornizzolo, rifugio S.E.C. (Marisa Consiglieri) , San Pietro al Monte, Civate. La prima parte la strada la percorriamo con i vari gruppi di gitanti e ci superiamo a vicenda, il gruppone con le suorine ed i bambini riusciamo a distanziarli al primo bar, dove loro si fermano per fare merenda, mentre gli altri li lasciamo indietro una volta che imbocchiamo il sentiero per il Monte Cornizzolo, si vede che è poco amato dai nostri compagni di avventura. Saliamo all'inizio per un sentiero tra alberi di castagno e con ampie giravolte arriviamo ad una radura dove il panorama cambia, adesso ci accompagnano dei lecci e betulle, procediamo piano piano e raggiungiamo un balcone che si apre sul lago di Segrino e di Civate sulla sinistra, mente vediamo la cittadina di Canzo stendersi placidamente sulla destra. Siamo al bivio per Eupilio procediamo verso un altro balcone dove troviamo il cartello per il Monte Cornizzolo dato a 15', ormai è fatta. Da questo punto erta finale bella 'in piedi' e alla colma traggiungiamo la cima del Cornizzolo dove è dislocata una grande Croce con i vari cartelli di rito, siamo a 1240 metri sul livello del mare, quindi i nostri mille metri di dislivello li abbiamo fatti anche questa domenica. Panoramo bello, peccato una intensa nebbia che ci oscura i Corni di canzo ed il Monte Rai, vediamo solo la valle e, subito sotto di noi, il bianco rifugio S.E.C.Sulla vetta, Ciccio importuna due ragazzine con la solita scusa della foto, usa anche il vecchio trucco di lasciare per terra il libretto dei rifugi con l'intento di farsi richiamare dalle ragazzine, ma queste dopo lo scatto e la riconsegna del libretto, fuggono di gran carriera. Rimangono solo tre gitanti di Inverigo che ci raccontano le loro vicissitudini abitative e familiari, prima a Milano poi in Brianza etc; noi diciamo di avere un collega di Inverigo e loro affermano di conoscerlo, come è piccolo il mondo! Ci salutiamo e ci diamo appuntamento al Rifugio. Scendiamo ed entriamo, Ciccio fa melina e tituba, se prendere da mangiare o consumare i panini, io dico che vale la pena sentire cosa c'è di buono.http://www.rifugi-bivacchi.com/rifugio.cfm?id=217

La situazione contingente ci mette tutti d'accordo, il pasto viene servito alle 12:30, ed è finito tutto, possono darci solo panini! Evvai mai una gioia, contrattiamo un mezzo di rosso e due caffè, in questo modo ci abbuonano l'euro che viene richiesto a chi consuma il pranzo al sacco all'interno del rifugio, alla faccia di babilonia e di tutti i babilonesi! Mangiamo su un tavolaccio ed attorno a noi ci sono molti escursionisti in avanti con l'età, che dopo aver mangiato si mettono a giocare a carte, che tempi mi sembra di essere tornato indietro nel tempo! Dopo un po' ci prepariamo ed usciamo per concludere il percorso, rintracciamo il nostro sentiero, che dovrebbe essere il nr. 10, verso San Pietro al Monte e poi il paese di Civate. Dopo un po' troviamo il cartello indicatore con il nr. 11 ed indicazione Civate, ci viene un piccolo dubbio, ma proseguiamo imperterriti, tanto dobbiamo scendere. Ad un certo punto vediamo il complesso monastico sopra di noi; conveniamo che abbiamo sbagliato sentiero, ma non riusciamo a capire dove sia avvenuto l'errore, ci penseremo dopo.

Per non sapere ne leggere ne scrivere, facciamo una cosa che non si dovrebbe mai fare, abbandoniamo il sentiero e ci inoltriamo nel bosco, fortunatamente dopo un po' troviamo un altro sentiero che sale, e riprendiamo la strada per la Chiesa.A ppena giunti, scorgiamo il cartello del seniero nr. 10 per il Monte Cornizzolo, evvai, anche questa volta abbiamo percorso un sentiero diverso! Entriamo nel prato del complesso e troviamo gruppi e gruppi di adulti e bambini, infatti la meta di San Pietro è nota per questo genere di frequentatori :)(Angelolinsubrico , per cortesia non commentare )

Visitiamo la Chiesa, http://www.amicidisanpietro.it/ guidati da un volontario, che ci spiega approfonditamente ogni ambiente e ci fa visitare anche l'edificio posto al di fuori del complesso. Alla fine della visita prendiamo la mulattiera e scendiamo a valle, incontriamo la fine/inizio del sentiero nr. 11, quello che avevamo lasciato in precedenza e cerchiamo di raggiungere la stazione di Civate. Sulla vecchia provinciale vediamo una fermata dell'autobus, e leggiamo che 'l'accesso alla vettura è consentito solo a passeggeri muniti di biglietto acquistato a terra'; in altre parole ' i biglietti prima', come aveva detto il nostro amico di Faggeto Lario! Corsi e ricorsi storici! Abbandoniamo l'idea dell'autobus e andiamo diretti alla stazione di Civate, sperando nel treno, da notare che non abbiamo potuto verificare gli orari prima di partire. Qui, ambiente a dire poco decadente, senza nemmeno un orario aggiornato, troviamo una bacheca con l'orario dal 10 dicembre 2006 al 9 giugno 2007! Teniamo duro, cerchiamo di interpretarlo e troviamo un'unica possibilità di uscita dalla situazione in cui siamo, un treno alle 18:29 per Lecco, l'unico che risulta circolante nei festivi, gli altri 'NON CIRCOLANO NEI GIORNI FESTIVI'! Siamo molto perplessi, cerchiamo di raggiungere Mario ed il fratello di Ciccio tramite SMS per farci controllare su internet l'orario corrente, ma non abbiamo fortuna. Alle 18:25 , il segnale rosso in direzione Lecco, comincia a lampeggiare, avviso subito Ciccio e tutti e due speriamo, nel profondo dei nostri cuoricini, che sia il segnale dell'arrivo del treno. Infatti eccolo apparire in lontananza, lo sentiamo fischiare allegramente annunciando il suo arrivo! Che gioia, vederlo, sentirlo arrivare e captare il cigolio dei freni sulle rotaie, che poesia!




P.S.1 Colgo adesso il passo di Robinson Crouse quando vede in lontananza la nave che accosta all'isola in cui risiede da lungo tempo! Bene, via verso Lecco, senza biglietto, e dove mai avremmo potuto comprarlo? Il nostro senso civico ci spinge a cercare un controllore, di cui non troviamo nemmeno l'ombra, a questo punto aspettiamo il termine del viaggio, l'arrivo nella stazione di Lecco e la coincidenza per Milano. A Lecco ci procuriamo il biglietto e ci mettiamo sul marciapiede in attesa della coincidenza. Nemmeno a farlo apposta, al sopraggiungere del treno, pieno all'inverosilmile di gitanti e pedolari settimanali, da un finestrino mi sento chiamare, è Barbara che rientra a Milano con la pupa, la raggiungiamo e facciamo il viaggio in compagnia! Il mondo è proprio piccolo! A questo punto finisce l'avventura, alla prossima! ciao!




P.S.2: Ciccio e' proprio innamorato... l'album fotografico di questa gita ha come titolo "Da Chiasso a Civate". Pensava di essere in Svizzera...





6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciccio, non vale cambiare il titolo dell'album fotografico!!!

Anonimo ha detto...

cICCIO

ALLORA NON METTI NESSUN COMMENTO A PROPOSITO DI QUANTO DETTO IN CALCE?


Viaggio per Canzo tranquillo con cicaleccio in sottofondo e studio del nuovo 'mostro' tecnologico acquistato da Ciccio venerdì scorso. Ma di questo vi parlerà lui, prima o poi, io non dico nulla!

Silvia ha detto...

Complimenti per il resoconto, pura poesia! Soprattutto l'arrivo del sospirato treno!
Peccato per il pranzo al rifugio..
Cmq siete diventati dei mostri della montagna, l'itinerario originale (quello saltato) era di 1300 metri di dislivello, come direbbe Chenio, mippa!
Ma qual'è il mostro tecnologico acquistato dal Ciccio? una canon?
Ciaoo

Salvo Di Salvo ha detto...

Trascurando le fantasie del 'Chenio' riguardo il miei più intimi sentimenti dico che è stata un bella gita anche perchè improvvisata. Addirittura in Cadorna, stracolma di gente con zaini e bacchette da trekking, ho proposto l’unione al seguito di un gruppo di persone in partenza ma i miei tentativi di socializzare con il gruppo sono stati respinti in maniera ‘fredda’. Inoltre il gruppo aveva in programma un castagnata e noi ormai viaggiamo sui 1.000 metri di dislivello.
Unica nota negativa della gita il tempo che pur risparmiandoci dalla pioggia ci ha accompagnato con una luce tipo ‘neon’ che non mi ha permesso di provare adeguatamente il mostro tecnologico, e qui veniamo al punto, proprio mostro non è, ma piuttosto si tratta di una macchina fotografica digitale compatta che tra qualche anno diventerà obsoleta e che comunque finora mi ha soddisfatto in attesa di giorni con condizioni di luce migliore. Per i curiosi è una Canon PowerShot 720 IS è i risultatati sono disponibili nell’album linkato dal post.

P.S. Nell’album ci sono anche le foto di Chenio ma se non riuscite a distinguerle da quella mie vuol dire che proprio un mostro tecnologico non è ….

Silvia ha detto...

Ottima scelta per il mostro tecnologico, dev'essere un avanzamento della mia.. Cmq le foto del Grande Chenio le riconosco perchè me le aveva mandate in n zip per email ;)

Anonimo ha detto...

IL GRANDE CHENIO

Scusa Rosa,
ma cosa intendi con :

le foto del Grande Chenio le riconosco perchè me le aveva mandate in n zip per email ;)


ciao

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