Appunti vacanze grande Chenio: gitona Chiasso – Menaggio

Che vi devo dire, mi è venuta questa idea di fare un giro in bici attraverso i due laghi, quello di Lugano e quello di Como!
Il percorso, di ca 60 km non è impegnativo ma, a dire il vero, presenta alcune difficoltà tecniche che vi descriverò di volta in volta.
Inoltre, per questo racconto , segnalerò i paragrafi per ‘tutti’, per ‘adulti’ e ‘note di viaggio’ un po’ come un bel romanzo di Umberto Eco, vedi ‘Il Nome della Rosa, così ogni lettore potrà trovare la trama che più gli aggrada.
Bene, partenza col treno delle 08:36 da Stazione di Porta Garibaldi, piazzo la mia bici sulla pilotina,
e mi accingo al viaggio di trasferimento per Chiasso. L’arrivo è dopo ca un’ora, e senza alcun incontro con guardie svizzere mi ritrovo in terra Elvetica pronto per il trasferimento verso Campione.



Infatti ho appuntamento con Salvo, prima di proseguire per Lugano e Menaggio.

A Campione, dopo una tranquilla attesa, mi incontro con Salvo ed abbiamo una bella visione di una bionda quarantenne abbronzata al punto giusto da non sembrare volgare ma in modo da esaltare il biondo dei capelli, inoltre, particolare non da trascurare un fondo schiena scolpito nel marmo di carrara; con Salvo siamo rimasti favorevolmente colpiti dalla visione, ma alla fine ci siamo fati la foto ricordo senza la bionda, che tempi!



Dopo la pausa di Campione riprendo il viaggio, supero il ponte sul lago e mi trovo a Melide direzione Lugano. Nessun problema, traffico inesistente e strade lisce come biliardi.



A Lugano mi godo il centro città e la visita della splendida villa alla fine della città, stupenda, colgo l’occasione per assistere ad un concerto di elvetici con trombe a pipa!



Adesso la strada si fa dura, mi devo dirigere verso Gandria, luogo citato da Salvatore come molto caratteristico, la strada subito dopo Lugano si impenna in tre tornanti, non troppo impegnativi, da tenere conto che questa uscita è con la bici da corsa.
Lungo la strada trovo due gallerie, non illuminate, che supero impegnando il marciapiede di servizio.
Alla fine raggiungo Gandria, splendido paese arroccato a cavallo del lago.



Scendo per il sentiero degli ulivi e mi inoltro nel centro storico del paese, dove fanno bella mostra vetrine con ceramiche in esposizione e quelle dei menù dei ristoranti con terrazza sul lago, da notare che le strade sono tutte all’interno e la vista lago è solo dalle terrazze dei ristoranti!
Alla fine trovo un locale che mi indica il lido e l’unico posto con vista lago, visto che devo ancora mangiare mi dirigo li per consumare il mio panino.
Ebbene sì, in barba al Primo Teorema Asburgico, non mangio al ristorante , al sacco!



Il lido, non è altro che un fazzoletto di prato ed una piattaforma di cemento dove prendere il sole, mi metto al riparo di una sparuta palma, che si domanda come mai è lì, e consumo i miei panini.
Nel frattempo il lido si popola di tre ragazzi indigeni, che si raccontano le avventure appena trascorse al mare e fanno esercizio fisico eseguendo tuffi a ripetizione dalla sponda e dal tetto di una piccola costruzione che delimita il lido.
Alla fine dopo essermi riposato riprendo il cammino, mi carico la bici sulle spalle e rifaccio al rovescio la strada, quindi la salita, fino alla strada cantonale, non dimentichiamo che siamo in Svizzera!
Bene , rimonto in bici, un cartello segnala il confine a ca 2,5 km, ci siamo si vede l’Italia in fondo alla discesa, peccato che prima ci siano altre due gallerie, questa volte illuminate che riesco a fare in sella alla bicicletta.
Passo il confine, dalla parte Svizzera nessuno, dalla Italiana un Carabiniere mi indica di procedere, è fatta!

Purtroppo da questo momento cominciano i dolori, strada stretta, molto stretta ed una galleria, corta,ma non illuminata ed in curva, una goduria per le coronarie!
Finalmente la strada diventa più agevole e larga, raggiungo le frazioni di Valsola e Valsola, cosa strana, siamo a 500 metri dalla Svizzera, e qui l’acqua non è balneabile, non capisco perché!
Lungo il percorso, trovo l’indicazione di un Santuario Mariano e relativo albergo del Pellegrino, ho già mangiato i miei panini e dell’albergo mi interessa poco, ma approfitto per la visita al Santuario.


Ormai ci siamo, si vede in lontananza Porlezza, ma c’è ancora un’altra galleria, buia ed infida, ma per fortuna a lato c’è una ciclabile che corre sul vecchio tracciato, bellissima, la percorro in tutta tranquillità fino al lungolago di Porlezza.



A questo punto mancano solo 18 km per Menaggio, c’è uno scollinamento ma ormai è fatta.
Riprendo a pedalare, fa molto caldo e le gambe si fanno pesanti, ma per fortuna la salita non è durissima.
Ci siamo, vedo la vetta e si apre il panorama sul lago di Como, che spettacolo!



Discesona fino a Menaggio, bellissima, curve strette da prendere con attenzione, ma alla fine arrivo all’imbarcadero, acquisto il biglietto per Varenna e mi accingo a girare Menaggio.



Alla fine, è ora, il traghetto mi aspetta, carico la bici e aspetto il lento trastullo delle onde per Varenna.


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