DUE NOTE SULLA GITA IN VALSOLDA 05 OTTOBRE 2008

Con ritardo mi accingo alla stesura di queste scarne note sull'ultima uscita dei ragazzi di Curiosandi. A dire il vero, il nostro chansonnier ufficiaòle, Mario, questa volta ha comunicato di non poter stendere gli appunti , e così, mi cimento in questo appuntamento.

Bene, dopo un breve scambio di mail tra Salvo, Mario ed il sottoscritto si decide di aggredire la grotta dell'orso in Valsolda. La giornata è stupenda, cielo terso e visibiltà verso infinito, era ora, dopo tutte quelle uscite dove siamo riusciti a vedere solo la punta del nostro naso.
La partenza prevede il solito schema, e con diligenza da buon padre di famiglia Mario imbocca l'autostrada per Como, poi Strada Regina e valico verso Porlezza, finalmente arriviamo a Dasio.
Lungo il tragitto presso il lago, troviamo numerosi gruppi di ciclisti, sono scattanti e tutti intabarrati, infatti la temperatura per ora ancora non è mite.
Chiudo la parentesi e riprendo la descrizione del percorso Trek.
Parcheggiamo la macchina e partiamo, il sentiero attraversa il paese e chiaramente la strada è intitolata a Giuseppe Garibaldi, che dire.Quando le strade si chiamavano Via Roma, i Corsi Vittorio Veneto, i Viali della Vittoria e le Piazze Trento e Trieste.
Usciamo dal paese e saliamo con calma verso le retrostanti montagne, i panorami sono stupendi e mozzafiato.
Chiaramente, ad un certo punto sbagliamo strada, come nella più classica delle tradizioni e ci tocca ritornare sui nostri passi.
Arrivati all'alpe Mapel, il dorico chiede il time out e si sistema presso la fontana per consumare il pasto, le alici marinate non le aveva portate, mentre i ragazzi proseguono verso la meta della gita, la tana dell'orso.


Le truppe si ricongiungono e dopo un meritato riposo sotto il sole riprendiamo la strada del ritorno.
Alla macchina decidiamo rientrare dalla Svizzera, questa volta Salvo ha la carta d'identità e quindi facciamo rotta su Lugano.

Breve sosta dowtown Lugano dove troviamo una festa con bancarelle annesse e connesse.



Con Mario abbiamo l'opportunità di degustare un merlot-bianco del mendrisiotto, devo dire di buon costrutto.
La giornata volge al termine, bella lunga, riprendiamo la cantonale e ci rechiamo a Chiasso e poi via in autostrda verso Milano.

Dimenticavo, Ciccio, alle prime rampe del percosro Trek, perde il cappello, che viene ritrovato da un gruppo di gitanti e messo in bella vista su di un cartello del Parco Regionale, insomma, Ciccio continua ad avere la testa sulle nuvole, sarà proprio innamorato.Ciauz

Nessun commento:

Google